Manifestazioni per la democrazia e i diritti delle donne
Dieci giorni dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad per mano di una coalizione guidata da islamisti radicali, centinaia di persone sono scese in piazza a Damasco per manifestare contro uno Stato confessionale e per i diritti delle donne.
“Vogliamo la democrazia, non uno Stato religioso”, “Siria, uno Stato libero e laico”, hanno scandito i dimostranti, uomini e donne, radunati nella piazza degli Omayyadi. Tra le scritte sui cartelli, si leggeva: “Non esiste una nazione libera senza donne libere”.
Al-Jolani: “La Siria è sfinita e non è una minaccia”
In un’intervista rilasciata alla Bbc, Abu Mohammad al-Jolani, leader della milizia vincitrice Hayat Tahrir al-Sham (Hts), ha dichiarato che la Siria è “sfinita” dalla guerra e “non è una minaccia” ai suoi Paesi vicini o all’Occidente.
Al-Jolani ha anche chiesto la fine delle sanzioni imposte a Damasco, sostenendo che “le sanzioni devono essere tolte, perché erano fatte per colpire il vecchio regime. La vittima e il carnefice non dovrebbero ricevere lo stesso trattamento”.
Il leader ha anche chiesto la rimozione di Hts dalla lista delle organizzazioni terroristiche da parte di Onu, Stati Uniti, Unione Europea e Regno Unito. Al-Jolani ha negato che Hts sia mai stata un’organizzazione terroristica, affermando che non ha mai colpito civili o aree abitate da civili. Ha anche negato di voler fare come i Talebani, sostenendo che “la Siria è molto diversa dall’Afghanistan e ha tradizioni diverse”.
Al-Jolani ha inoltre dichiarato di credere nell’istruzione femminile, sottolineando che nella provincia di Idlib, la roccaforte da dove è partita la “marcia trionfale” che ha portato in pochi giorni i miliziani a Damasco, “abbiamo avuto università da più di otto anni. Credo che la percentuale delle donne che le frequentano sia di oltre il 60%”.
La futura Costituzione sarà scritta da una commissione di esperti
Al-Jolani ha annunciato alla Bbc che la futura Costituzione sarà scritta da una commissione di esperti di diritto.
Durante l’intervista, il leader, il cui vero nome è Ahmed al-Sharaa, ha cercato di rassicurare quanti non si fidano di lui e dei suoi, e di convincere della sincerità della sua annunciata rottura con il passato jihadista e qaedista.
Guterres: “Una fiammella di speranza in Siria”
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso la speranza che la “fiammella di speranza” accesa in Siria dopo la caduta del regime di Assad non si spenga.
“Il Medio Oriente è divorato da molti incendi, ma oggi c’è una fiammella di speranza in Siria, e quella fiammella non si deve spegnere”, ha dichiarato Guterres.
Un futuro incerto per la Siria
La caduta del regime di Assad apre un nuovo capitolo nella storia della Siria, ma il futuro del paese rimane incerto. Le manifestazioni per la democrazia e i diritti delle donne sono un segnale positivo, ma la presenza di gruppi armati e la minaccia di un’instabilità politica rappresentano un pericolo reale. La promessa di al-Jolani di un futuro più democratico e inclusivo deve essere verificata dai fatti. Il ruolo delle Nazioni Unite e della comunità internazionale sarà fondamentale per garantire una transizione pacifica e un futuro migliore per il popolo siriano.