Putin rivendica progressi e si dice pronto a dialogare con Trump
Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato in una conferenza stampa di fine anno che la situazione nel conflitto in Ucraina sta cambiando “drasticamente” e che la Russia si avvicina al raggiungimento dei suoi “obiettivi prioritari”. Putin ha anche sottolineato la sua disponibilità a incontrare il presidente eletto americano Donald Trump, con cui non ha avuto contatti da oltre quattro anni. “Noi siamo pronti a negoziati, ma abbiamo bisogno che gli ucraini siano pronti a negoziati e a compromessi” per mettere fine al conflitto, ha aggiunto Putin.
Putin ha inoltre sfidato gli Stati Uniti a un “duello tecnologico” relativo al nuovo missile russo balistico ipersonico Oreshnik, per dimostrare che non può essere abbattuto dalle difese aeree occidentali. “Possono designare un obiettivo a Kiev, e vedere se riescono ad abbatterlo, vorremmo veramente fare questo esperimento”, ha affermato Putin, aggiungendo che il missile ha ora una gittata di 5.500 chilometri.
Zelensky: “L’Ucraina non riuscirà a riprendersi la Crimea e il Donbass”
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato ieri che l’Ucraina non riuscirà a riprendersi la Crimea e il Donbass. Queste parole hanno suscitato un’ondata di reazioni, con il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto che ha commentato: “Il primo duro monito sull’impossibilità fisica di reggere un confronto a lungo termine lo ha lanciato l’Italia, lo ha lanciato il sottoscritto. Sono stato il primo a dire che c’è un problema di persone e che le guerre non si vincono con la ragione, col diritto e con l’anima, ma purtroppo si vincono anche col numero di persone che le combattono e quando il confronto è tra due Paesi che hanno bacini diversi alla fine arrivi ad avere il problema di cui ha parlato Zelensky”. Crosetto ha aggiunto di aver posto questo problema alla Nato e all’Ue un anno fa e di aver lavorato da allora per la pace, con la missione di Zuppi che mirava a costruire le condizioni di una pace seria.
La posizione italiana: cessate il fuoco e tutela dell’integrità del Paese
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha ribadito la necessità di lavorare per un cessate il fuoco tutelando l’integrità del Paese, giudicando al momento “un periodo ipotetico” la possibilità di inviare truppe di peacekeeping. “E’ prematuro”, ha aggiunto.
Nella notte si è svolto un vertice nella residenza del segretario della Nato, Mark Rutte, tra il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e una rappresentanza dei membri europei dell’Alleanza, tra i quali l’Italia. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, anche come presidenza G7, ha ribadito il sostegno all’Ucraina e alla sua legittima difesa, con l’obiettivo di una pace giusta e duratura sulla base del diritto internazionale e dei principi della Carta delle Nazioni Unite.
L’appello di Kallas: smettere di proporre colloqui di pace a Zelensky
L’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Kaja Kallas ha affermato che le capitali occidentali dovrebbero smettere di proporre colloqui di pace al presidente ucraino Volodymyr Zelensky e assicurarsi invece che le loro promesse di garanzie di sicurezza a Kiev non siano “vuote”. In un’intervista al Financial Times, Kallas ha dichiarato che “non ha senso spingere Zelensky a parlare quando Putin non vuole parlare. Non possiamo parlare di forze di pace quando non c’è pace. E perché non c’è pace? Perché la Russia non vuole la pace”.
Il Regno Unito aumenta il supporto militare all’Ucraina
Il Regno Unito fornirà all’Ucraina equipaggiamenti militari per un valore di 225 milioni di sterline (273 milioni di euro), tra cui droni, sistemi di difesa aerea e munizioni. L’annuncio arriva il giorno dopo la visita del Segretario alla Difesa britannico John Healey a Kiev, dove ha incontrato il suo omologo Rustem Umerov e si è impegnato a “intensificare” il sostegno del Regno Unito all’Ucraina nel 2025.
La necessità di un cessate il fuoco e di una soluzione diplomatica
La situazione in Ucraina rimane complessa e delicata. Le dichiarazioni di Putin e Zelensky evidenziano la difficoltà di trovare una soluzione pacifica al conflitto. È fondamentale lavorare per un cessate il fuoco e per una soluzione diplomatica che tuteli l’integrità del Paese e la sicurezza di tutti i cittadini. La comunità internazionale ha il dovere di sostenere gli sforzi per la pace e di garantire che le promesse di garanzie di sicurezza a Kiev non siano “vuote”, come ha sottolineato Kallas.