La politica in primo piano, le persone in secondo piano
Il XII Rapporto Carta di Roma, intitolato ‘Notizie di contrasto’, dipinge un quadro preoccupante della copertura mediatica delle migrazioni in Italia. Il 2024 è stato un anno in cui “le persone spariscono (di nuovo)”, mentre la politica è “(ancora) in primo piano”, come afferma Valerio Cataldi, presidente uscente dell’Associazione Carta di Roma. Le prime pagine dei quotidiani hanno visto una riduzione del 42% della copertura della questione migratoria, con una contrazione generale del 34% nella produzione di titoli. Il report evidenzia una forte diminuzione del numero di notizie sui telegiornali di prima serata, con una contrazione del 41%.
La parola simbolo del 2024 è “Albania”, a sottolineare l’attenzione sugli accordi con Tirana per il trasferimento di migranti dall’altro lato del Mediterraneo. Questo focus politico contribuisce a spostare l’attenzione dalle storie individuali e dalle sfide reali dei migranti, creando una narrazione distorta che privilegia gli aspetti politici e normativi a discapito dell’esperienza umana.
Un’attenzione mediatica discontinua e influenzata da fattori politici
Il report evidenzia una correlazione debole tra il numero di arrivi via mare e la produzione di titoli, suggerendo che i media trattano il tema in base a logiche che trascendono l’effettiva pressione migratoria. L’attenzione mediatica appare discontinua, con picchi rilevati a giugno (due grandi sbarchi e la morte del bracciante indiano Satnam Singh) e tra settembre e ottobre (decreto flussi e attuazione dell’accordo con l’Albania).
Questi picchi di attenzione dimostrano come la copertura mediatica delle migrazioni sia spesso influenzata da eventi specifici e da fattori politici, piuttosto che da un’analisi approfondita del fenomeno e delle sue cause. L’enfasi sulla politica e sulla normativa crea una narrazione frammentata e superficiale, che non riesce a cogliere la complessità del fenomeno migratorio.
Un linguaggio che stigmatizza e allarma
Il report evidenzia un progresso nelle pratiche giornalistiche, con una diminuzione dell’uso di espressioni denigratorie come ‘extracomunitario’, ‘vu cumprà’, ‘zingaro’ e ‘nomade’. Tuttavia, il termine stigmatizzante ‘clandestino’ è stato ancora utilizzato 37 volte nei primi 10 mesi del 2024. Inoltre, i media continuano a rappresentare le migrazioni come una ‘crisi permanente’ e a parlarne con linguaggio allarmistico.
Questa tendenza a stigmatizzare e allarmare contribuisce a creare un clima di paura e di ostilità nei confronti dei migranti, alimentando pregiudizi e discriminazioni. La mancanza di un linguaggio rispettoso e inclusivo ostacola la comprensione del fenomeno migratorio e la promozione di un’accoglienza solidale e responsabile.
La voce dei migranti è assente
Il report evidenzia la scarsa presenza della voce diretta dei migranti nei servizi dei telegiornali. Solo il 7% dei servizi include le loro testimonianze, mentre il 26% delle notizie in tv contiene dichiarazioni di esponenti politici-istituzionali. Questa mancanza di prospettiva diretta contribuisce a creare una narrazione distorta e incompleta del fenomeno migratorio.
È fondamentale dare voce ai migranti, permettendo loro di raccontare le proprie storie e le proprie esperienze. Solo ascoltando le loro voci possiamo comprendere appieno la complessità del fenomeno migratorio e costruire un’accoglienza più umana e solidale.
Un futuro di inclusione e rispetto
Il report evidenzia la necessità di un cambiamento profondo nella copertura mediatica delle migrazioni in Italia. È fondamentale abbandonare la narrazione di una ‘crisi permanente’ e adottare un linguaggio rispettoso e inclusivo. È necessario dare voce ai migranti e alle loro storie, per costruire un’accoglienza più umana e solidale.
Il futuro della narrazione delle migrazioni in Italia deve essere caratterizzato da inclusione, rispetto e comprensione. Solo attraverso un giornalismo etico e responsabile, che si basa sulla verità e sulla dignità di ogni individuo, possiamo costruire una società più giusta e accogliente per tutti.
L’importanza di un giornalismo etico e responsabile
Il Rapporto Carta di Roma evidenzia un’allarmante tendenza alla politicizzazione e alla banalizzazione del tema delle migrazioni nei media italiani. È fondamentale che i media si assumano la responsabilità di fornire un’informazione accurata e completa, basata su fatti e non su pregiudizi o stereotipi. Un giornalismo etico e responsabile deve dare voce ai migranti, alle loro storie e alle loro esperienze, contribuendo a costruire una società più giusta e inclusiva.