L’Italia guarda al futuro nello spazio
A 60 anni dal lancio del suo primo satellite, il San Marco 1, l’Italia guarda a un futuro spaziale ricco di sfide e opportunità. Come ha sottolineato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Teodoro Valente, il sistema italiano in questo settore "è cresciuto e consolidato", e oggi il Paese "è in grado di coprire tutti i domini delle attività spaziali", dall’osservazione della Terra all’esplorazione umana e robotica, fino alle telecomunicazioni e alla navigazione.
Il presidente Valente ha evidenziato come questo successo sia frutto di "un ecosistema integrato che fa dialogare università, ricerca e imprese", definendolo "la via italiana allo spazio". L’Italia vanta competenze in settori chiave come la difesa planetaria, con il telescopio Flyeye in costruzione in Sicilia, la costellazione Iride per l’osservazione della Terra, e il contributo all’Agenzia Spaziale Europea per la costruzione dei moduli della futura stazione spaziale Gateway destinata all’orbita lunare. Il Paese è anche coinvolto nel programma di telecomunicazioni Moonlight e nella missione Exomars.
Valente ha inoltre annunciato che nel 2026 "l’Italia coordinerà i lavori del comitato internazionale Copuos", istituito nel 1959 per promuovere la cooperazione per l’uso pacifico dello spazio.
Malindi: base di formazione e lancio per l’Africa
Un ruolo chiave nel futuro spaziale italiano sarà giocato dalla base di Malindi in Kenya. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha annunciato l’intenzione di dare a Malindi "una funzione prioritaria sia di formazione per futuri astronauti, tecnici, ricercatori e studenti dei Paesi africani, ma anche come una base di lancio per le costellazioni dei microsatelliti dei Paesi africani".
Il Broglio Space Center, da cui in passato l’Italia ha lanciato alcune missioni spaziali, potrebbe diventare un punto di riferimento per la cooperazione con le agenzie spaziali dei singoli Paesi africani e con la futura Agenzia spaziale africana.
Nuove risorse per le PMI e investimenti dai fondi pensione
Il ministro Urso ha annunciato anche nuove risorse per le piccole e medie imprese del settore spaziale, con una riserva negli appalti per le PMI affinché "anch’esse possono crescere in maniera significativa". La legge dello spazio, in corso di approvazione, prevede anche che i fondi pensione investano sulle startup per favorirne la crescita.
La New Space Economy: un balzo in avanti
La New Space Economy si prepara a un grande balzo, dai 600 miliardi di dollari del 2023 ai 1.800 miliardi di dollari entro il 2036. Simonetta Di Pippo, direttrice dello Space Economy Evolution Lab alla Sda Bocconi, ha sottolineato come l’Italia sia pronta a questa sfida, ma che richiede regole chiare.
"Siamo in una situazione in cui cresce la quantità di satelliti che ognuno utilizza", ha detto Di Pippo, citando i servizi per la geolocalizzazione, la navigazione e l’osservazione della Terra. "Senza dubbio, siamo una società spaziale".
Nse Expoforum: il ruolo dello spazio nella vita di tutti i giorni
Il forum Nse Expoforum, in corso a Roma fino al 18 dicembre, si concentra sul ruolo delle attività spaziali nella vita di tutti i giorni e nel nostro futuro. L’evento ospita stand di imprese, startup, istituzioni e organizzazioni, offrendo un’opportunità per conoscere i prodotti e servizi del settore, e per favorire la collaborazione tra aziende e istituzioni.
Il Made in Italy nello spazio
Amedeo Teti, capo dipartimento per le politiche per le imprese del ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha sottolineato come "il New Space Economy Expoforum rappresenta una piattaforma unica per mettere in luce il ruolo cruciale che l’Italia svolge nella space economy globale". Il ministero sta promuovendo il made in Italy della space economy a livello internazionale, con l’obiettivo di creare nuove collaborazioni strategiche e innovazioni.
Un futuro spaziale ricco di opportunità
L’Italia si posiziona come un attore chiave nella New Space Economy, con una visione lungimirante e un impegno concreto per lo sviluppo di un settore strategico per il futuro. La scelta di investire in Malindi come base di formazione e lancio per i satelliti africani dimostra la volontà di contribuire allo sviluppo del continente e di rafforzare la cooperazione internazionale. L’attenzione alle PMI e ai fondi pensione dimostra una volontà di creare un ecosistema sostenibile e inclusivo, che permetta a tutti gli attori del settore di crescere e di contribuire al progresso scientifico e tecnologico.