La Fed frena la corsa ai tassi
La Federal Reserve (Fed) ha deciso di tagliare i tassi di interesse per la terza volta consecutiva, portando il costo del denaro in una forchetta tra il 4,25% e il 4,50%. La decisione, presa al termine di una riunione di due giorni, non è stata unanime: la presidente della Fed di Cleveland, Beth Hammack, ha votato contro, preferendo mantenere i tassi invariati.
Questa mossa, seppur in linea con le attese del mercato, ha però sorpreso Wall Street, che si aspettava un ritmo di tagli più sostenuto. La Fed ha infatti segnalato che nel 2025 sono previste solo due riduzioni del costo del denaro, per un totale di 0,50%, ovvero la metà di quanto previsto a settembre. Questa previsione più “falco” della Fed ha fatto crollare i listini americani, con il Nasdaq che ha perso il 3,56% e il Dow Jones che ha chiuso la decima seduta consecutiva di ribassi, per la prima volta dal 1974.
La Fed ha motivato la sua decisione con la necessità di valutare attentamente i dati economici e l’evoluzione dell’outlook, in un contesto di incertezza legato alle politiche del presidente-eletto Donald Trump. La banca centrale ha infatti osservato che l’inflazione, pur in calo, resta elevata e non tornerà al 2% almeno fino alla fine del 2026. Inoltre, l’incertezza sulle politiche di Trump, come la stretta all’immigrazione e i dazi, rischia di riaccendere la fiammata dei prezzi.
“I recenti indicatori mostrano che l’attività economica ha continuato a espandersi a una velocità solida. L’inflazione ha compiuto progressi verso l’obiettivo del 2% ma resta elevata”, si legge nella nota diffusa al termine della riunione. “Nel valutare l’ammontare e la tempistica di ulteriori aggiustamenti valuteremo attentamente i dati, l’evoluzione dell’outlook e la bilancia dei rischi”, aggiunge la Fed.
Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha sottolineato che la banca centrale sta entrando in una “nuova fase” nel processo di aggiustamento dei tassi e che “abbiamo ancora del lavoro da fare sull’inflazione”. “Possiamo essere più cauti nel valutare gli ulteriori aggiustamenti”, ha aggiunto Powell.
Lo scontro con Trump
Le parole di Powell, sommate all’indicazione di soli due tagli nel 2025, rischiano di innescare un nuovo scontro con il presidente-eletto Trump, che si è autodefinito un “uomo dei tassi bassi”. Trump vorrebbe infatti un costo del denaro a livello quasi zero, come nel 2020, e un dollaro debole.
Un sogno che sembra destinato a infrangersi di fronte a una realtà di tassi più alti e meno ribassi previsti del costo del denaro, e un biglietto verde forte, schizzato ai massimi dal novembre 2022 di fronte all’attesa di soli due tagli nel 2025.
Questo mix potrebbe riaccendere lo scontro tra Trump e Powell, il paladino dell’indipendenza della Fed, pronto ad andare in battaglia per difendere l’indipendenza della banca centrale.
Un quadro a luci e ombre
La decisione della Fed di frenare la corsa ai tassi rappresenta un quadro a luci e ombre. Da un lato, la banca centrale riconosce la solidità dell’economia americana, con una crescita prevista al 2,1% quest’anno. Dall’altro, la Fed è consapevole dei rischi di un’inflazione ancora elevata e delle incertezze legate alle politiche di Trump.
La Fed si muove quindi con maggiore cautela, probabilmente prendendosi una pausa nel suo ciclo ribassista già in gennaio. La banca centrale dovrà valutare attentamente i dati economici e l’evoluzione dell’outlook, per decidere se e quando riprendere la strada dei tagli.
Il futuro dell’economia americana
Il futuro dell’economia americana è incerto. La Fed sta cercando di trovare un equilibrio tra la necessità di sostenere la crescita economica e quella di controllare l’inflazione. Le politiche di Trump, con la loro incertezza, rappresentano un’ulteriore sfida per la banca centrale.
La Fed dovrà essere pronta ad adattare la sua politica monetaria in base all’evolversi della situazione economica e politica. Lo scontro con Trump potrebbe essere solo l’inizio di un periodo di tensioni tra la banca centrale e il presidente-eletto.
L’impatto sul mercato finanziario
La decisione della Fed di frenare la corsa ai tassi ha avuto un impatto immediato sul mercato finanziario. Wall Street ha reagito con un forte calo, con il Nasdaq che ha perso il 3,56% e il Dow Jones che ha chiuso la decima seduta consecutiva di ribassi.
La prospettiva di un rallentamento dei tagli ai tassi ha suscitato preoccupazione tra gli investitori, che temono un possibile rallentamento dell’economia americana. Il futuro del mercato finanziario è incerto, e dipenderà dall’evolversi della situazione economica e politica.
L’indipendenza della Fed
La decisione della Fed di frenare la corsa ai tassi dimostra la sua determinazione a mantenere l’indipendenza dalla politica. La banca centrale si muove con cautela, valutando attentamente i dati economici e l’evoluzione dell’outlook, senza cedere alle pressioni del presidente-eletto Trump. L’indipendenza della Fed è fondamentale per la stabilità dell’economia americana e per la fiducia degli investitori.