Patteggiamento per Molestie al Policlinico San Matteo
Francesco Mojoli, direttore della struttura complessa di Anestesia e Rianimazione 1 del Policlinico San Matteo di Pavia e docente dell’Università di Pavia, ha patteggiato una pena di due anni per molestie nei confronti di undici specializzande. Il patteggiamento è stato accolto dalla giudice Maria Cristina Lapi, davanti alla quale era in corso l’udienza preliminare, con il parere favorevole del pubblico ministero Valentina De Stefano.
Oltre alla pena detentiva, Mojoli dovrà frequentare un percorso psicologico mirato anti-violenza. La proposta di risarcimento avanzata a sette specializzande su undici è stata invece respinta.
L’Indagine e le Accuse
L’indagine della Procura era stata avviata in seguito alle risposte date dalle specializzande in un questionario anonimo nel 2021. Le giovani avevano riferito di atteggiamenti non accettabili da parte del docente, nei confronti del quale era stato avviato anche un procedimento disciplinare dell’Ateneo.
Nel 2022, il professor Mojoli si è dimesso dall’incarico di direttore della scuola di specialità, pur continuando a insegnare in Università.
La Difesa e la Riqualificazione dei Fatti
L’avvocato Maria Teresa Zampogna, difensore del primario, ha spiegato che il suo assistito ha sempre respinto le accuse mosse contro di lui, ma ha scelto di patteggiare per arrivare a una riqualificazione dei fatti in una fattispecie meno grave.
L’obiettivo del patteggiamento, secondo la difesa, era quello di garantire uno svolgimento regolare dell’attività al San Matteo e nella scuola di specialità.
Considerazioni Personali
Questo caso solleva interrogativi importanti sul clima di rispetto e sicurezza all’interno delle università e degli ospedali. La scelta di patteggiare, pur non essendo un’ammissione di colpevolezza, rappresenta un riconoscimento della gravità delle accuse e un tentativo di porre fine a una vicenda che ha avuto un impatto significativo sulla vita delle specializzande coinvolte. È fondamentale che le istituzioni educative e sanitarie si impegnino a creare ambienti di lavoro e di studio sicuri e rispettosi, dove le persone possano sentirsi libere di denunciare qualsiasi forma di abuso o molestia senza timore di ripercussioni.