‘Rispetto’, un invito a guardare l’altro nella sua interezza
L’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani ha scelto “rispetto” come parola dell’anno 2024, un termine che si staglia come un faro in un’epoca segnata da crescente violenza e deumanizzazione. La scelta, come sottolinea Ilaria Gaspari, scrittrice e autrice del romanzo “La reputazione”, è un invito a riflettere sull’importanza di riconoscere l’altro come soggetto e non come oggetto. “Viviamo tempi di violenza, di guerra. In realtà, secondo molte scuole di pensiero, l’aggressività è una risposta non mediata a emozioni di collera, rabbia. Però effettivamente essere sistematicamente crudeli con altre forme di vita nasce dal fatto che non si prende in considerazione l’esistenza dell’altro nella sua interezza, come soggetto. Se tu riconosci l’altro come subalterno a te o come oggetto delle tue azioni ti puoi permettere qualsiasi cosa. Il rispetto significa invece vedere nell’altro un soggetto come te”, afferma la scrittrice.
L’etimologia del rispetto e il suo significato profondo
Gaspari invita a riflettere sull’etimologia della parola, che deriva dal verbo latino “respicere”, che significa “guardare indietro”. “Possiamo pensarla dunque come un’espressione che ha a che fare con il fatto che abbiamo bisogno di fare un passo indietro per vedere la persona nella sua interezza. Mi sembra che questa possa essere una bella interpretazione di quello che può essere il rispetto, cioè considerare nella sua interezza una persona, una forma di vita. Può essere anche l’opinione di un’altro, un codice. Questo richiede una distanza minima che permetta allo sguardo di abbracciare interamente”, spiega la scrittrice. Questo processo di “guardare indietro” implica anche un atto di ponderazione e di “raffreddamento” della parte aggressiva del nostro comportamento, un processo che si traduce anche in una comunicazione più consapevole e rispettosa.
La lettura e l’empatia: strumenti per un mondo più rispettoso
Gaspari sottolinea l’importanza della lettura e dell’empatia come strumenti per costruire un mondo più rispettoso. “L’ultimo Rapporto dell’Ocse, che dice che non sappiamo più leggere, mi ha fatto impressione perché questa incapacità di leggere non riguarda solo i libri, ma tutto il rapporto con l’alterità. Si parla troppo spesso e a sproposito di empatia, cioè della capacità di sentire quello che prova un’altra persona. Questa parola è stata inventata non da uno psicologo, ma da uno storico dell’arte nell’Ottocento, Vischer che analizzava quello che succede osservando dei ritratti. Leggere il mondo attraverso l’arte, la letteratura potenzia molto questa capacità di sentire con gli altri che non ci lascia confinati nelle nostre paure o dentro le passioni tristi che ci impediscono di vedere che non siamo soli, anche nel momento della rabbia e dell’invidia.”
Un anno di crisi e un futuro incerto
Gaspari descrive il 2024 come un anno di grande crisi e violenza, segnato da guerre che viviamo in modo passivo attraverso i social media o da cui ci difendiamo mantenendo una distanza senza sapere dove volgere lo sguardo. “È un momento in cui è difficile immaginare il futuro, il progresso e questo pesa molto sulle vite delle persone”, conclude la scrittrice.
Un invito all’introspezione e alla riflessione
La scelta di ‘rispetto’ come parola dell’anno 2024 è un invito a riflettere sul nostro modo di relazionarci con gli altri, a mettere in discussione le nostre azioni e i nostri pregiudizi. È un invito a guardare oltre le nostre paure e le nostre passioni negative, a riconoscere l’umanità che ci accomuna e a costruire un mondo più rispettoso e inclusivo.