Manovra 2025: caos in commissione Bilancio, il via libera si allontana
La commissione Bilancio della Camera è alle prese con una maratona notturna per licenziare la legge di bilancio 2025, ma il via libera definitivo sembra sempre più lontano. Il testo, con le sue centinaia di emendamenti in continua evoluzione, è oggetto di critiche da parte delle opposizioni, che contestano il metodo di approvazione e il contenuto di alcune norme, come quella sugli stipendi dei ministri.
Nonostante la maratona notturna, il testo non è stato ancora licenziato, e il via libera definitivo da parte del Parlamento è destinato ad arrivare dopo Natale. Le opposizioni protestano per il caos dei lavori, contestando il metodo con cui viene condotto il voto sugli emendamenti alla manovra. “Ci apprestiamo all’approvazione per parti separate di un maxiemendamento, con un solo voto su materie assolutamente eterogenee e lontanissime tra di loro”, fa notare la deputata del Pd Cecilia Guerra. “Ciascuno di noi è obbligato ad esprimersi con un solo voto. Una prassi che non si deve ripetere e non può costituire un precedente. Prendiamoci un impegno collettivo affinché non diventi prassi, sarebbe una violenza nei confronti di parlamento e democrazia”, ha aggiunto.
Tra le modifiche che hanno visto il via libera definitivo, l’emendamento della Lega sulla flessibilità in uscita: per la prima volta si potrà cumulare previdenza obbligatoria e complementare per raggiungere un assegno pensionistico pari a tre volte il minimo, riuscendo ad anticipare la pensione a 64 anni.
Anche l’emendamento sugli stipendi dei ministri ha subito diverse modifiche, con una riformulazione che conferma lo stop all’equiparazione dei compensi dei ministri e sottosegretari non parlamentari a quelli dei colleghi eletti, prevedendo solo il “diritto al rimborso delle spese di trasferta per l’espletamento delle proprie funzioni”. Anche la cosiddetta norma anti-Renzi è stata ritoccata, con il divieto ai compensi extra Ue esteso anche ai “titolari di cariche di governo”.
Arrivano nuovi fondi al Ponte sullo Stretto. Nel fascicolo delle proposte di modifica alla manovra dei gruppi, riformulate dal governo per l’approvazione, risulta infatti anche un emendamento della Lega che incrementa complessivamente di 1,4 miliardi, rispetto agli 11,6 miliardi previsti dalla scorsa legge di bilancio, la dote per l’infrastruttura fino al 2032. Si tratta, però, di una cifra inferiore rispetto ai 3 miliardi inizialmente ipotizzati nell’emendamento a firma del capogruppo leghista Riccardo Molinari.
Il caos della commissione Bilancio
La commissione Bilancio ha lavorato per tutta la giornata, con i tavoli ricoperti di fascicoli di emendamenti riformulati. La maggior parte riguarda temi di primo piano, come l’Ires premiale che aggiunge un nuovo requisito anti-elusione, oppure quello che riduce da 40 a 20 anni la proroga delle concessioni elettriche. Solo in serata, dopo un’interlocuzione durata tutto il giorno, è arrivato quello che modifica l’introduzione dei revisori del Mef nelle società che percepiscono fondi pubblici.
Dopo la maratona notturna fallita, anche il nuovo obiettivo di chiudere in poche ore e assicurare l’approdo del testo in Aula mercoledì pomeriggio sembra lontano. La capigruppo slitta di ora in ora: licenziare la legge di bilancio 2025 entro Natale sembra sempre più improbabile, tanto che il Senato si prepara a lavorare il 27 e 28 dicembre.
Le critiche delle opposizioni
Le critiche delle opposizioni si concentrano sul metodo di approvazione del testo e sul contenuto di alcune norme. Il Pd contesta il metodo con cui viene condotto il voto sugli emendamenti alla manovra, definendolo “una violenza nei confronti di parlamento e democrazia”. Anche la norma sugli stipendi dei ministri è stata oggetto di critiche, con la premier Giorgia Meloni che ha appoggiato il passo indietro per evitare inutili polemiche.
Un percorso tortuoso per la manovra 2025
Il percorso di approvazione della legge di bilancio 2025 si sta rivelando particolarmente tortuoso, con una commissione Bilancio alle prese con un testo in continua evoluzione e con le critiche delle opposizioni. La questione degli stipendi dei ministri, in particolare, ha sollevato un acceso dibattito, con la premier Meloni che ha preso posizione per evitare polemiche. La manovra è ricca di modifiche e novità, tra cui l’emendamento della Lega sulla flessibilità in uscita e l’incremento dei fondi per il Ponte sullo Stretto. Sarà interessante vedere come si evolverà la situazione nei prossimi giorni, con il Senato che si prepara a lavorare anche durante le festività natalizie.