Un cuore solido per Io
La luna di Giove, Io, nota per la sua intensa attività vulcanica e considerata l’oggetto geologicamente più attivo del Sistema Solare, ha rivelato un segreto inaspettato. Le nuove osservazioni della sonda Juno della Nasa hanno smentito la presenza di un oceano di magma sotto la sua superficie, un’ipotesi che ha dominato la ricerca per decenni.
Le misure di induzione magnetica condotte dalla sonda Galileo tra il 1995 e il 2003 avevano suggerito la presenza di un oceano di magma sotto la superficie di Io. Si credeva che l’enorme attrazione gravitazionale di Giove fosse sufficiente a creare questo oceano, alimentando i vulcani di Io.
Tuttavia, le nuove osservazioni di Juno, che dal 2016 sta esplorando Giove e le sue lune, hanno ribaltato questa ipotesi. Durante due recenti sorvoli di Io, a circa 1.500 chilometri di quota, Juno ha raccolto dati del campo gravitazionale della luna molto accurati.
La combinazione di questi dati con quelli di Galileo ha permesso di migliorare la stima della risposta mareale di Io, che fornisce indicazioni dirette della deformabilità della struttura interna della luna. La risposta della luna alle forze di marea esercitate da Giove è risultata piuttosto bassa, suggerendo l’assenza di un oceano di magma vicino alla superficie e, piuttosto, la presenza di un mantello solido profondo al suo interno.
Un nuovo sguardo su Io
Questi risultati, pubblicati sulla rivista Nature da un team internazionale coordinato da Ryan Park del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, con la partecipazione di ricercatori della Sapienza Università di Roma e dell’Università di Bologna, aprono nuove prospettive sulla struttura interna di Io.
La scoperta del mantello solido profondo solleva interrogativi sulla fonte dell’intensa attività vulcanica di Io. I ricercatori ipotizzano che il calore interno della luna, generato dall’attrito causato dalle forze di marea di Giove, potrebbe essere sufficiente a mantenere il vulcanismo attivo, anche in assenza di un oceano di magma.
Le future missioni spaziali, come la missione JUICE (Jupiter Icy Moons Explorer) dell’Agenzia Spaziale Europea, che arriverà a Giove nel 2031, potrebbero fornire ulteriori informazioni sulla struttura interna di Io e sulle cause della sua attività vulcanica.
Un nuovo mistero per Io
La scoperta di un mantello solido profondo su Io apre un nuovo capitolo nella nostra comprensione di questa affascinante luna. La domanda ora è: come fa Io a rimanere così vulcanicamente attiva senza un oceano di magma? Le ipotesi sul calore interno generato dall’attrito mareale sono promettenti, ma ulteriori ricerche saranno necessarie per svelare completamente il mistero del cuore di Io.