L’attenuante per “motivi di particolare valore sociale” riconosciuta dalla Corte di Bologna
La Corte di Bologna ha stabilito nel procedimento di appello bis che gli attivisti che si scontrarono con le forze dell’ordine durante lo sgombero del centro sociale Labas nel 2017 agirono per motivi di particolare valore sociale e morale. Questa decisione, in linea con una sentenza della Corte di Cassazione dello scorso marzo, ha portato alla riduzione delle pene per gli otto imputati, con pene sospese.
Il Labas ha accolto la pronuncia con soddisfazione, sottolineando che rappresenta un importante riconoscimento del valore politico e sociale dell’esperienza del centro sociale e dell’azione di chi lo ha difeso.
Anche il legale difensore, Elia De Caro, si è detto soddisfatto, evidenziando che la decisione riconosce una “attenuante per anni abrogata da una giurisprudenza restrittiva”.
Gli imputati erano accusati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. Tra loro, Gianmarco De Pieri, attivista e allora co-presidente della lista ‘Coalizione civica’.
Precedenti simili a Bologna
La concessione dell’attenuante per “motivi di particolare valore sociale” non è un caso isolato a Bologna. Ad aprile, il Tribunale della città ha riconosciuto la stessa attenuante a tre eco-attivisti di Ultima generazione che avevano bloccato la tangenziale per chiedere un Fondo di Riparazione permanente per gli eventi estremi.
Questi precedenti suggeriscono una crescente attenzione da parte della giustizia bolognese verso le motivazioni di chi si batte per cause sociali e ambientali, anche quando le loro azioni violano la legge.
Un precedente importante per il futuro
La decisione della Corte di Bologna rappresenta un importante precedente giurisprudenziale. Riconosce il valore di azioni che, pur violando la legge, si basano su principi etici e sociali di grande rilevanza. Questa apertura da parte della giustizia potrebbe incoraggiare un dibattito più ampio sul ruolo della disobbedienza civile in una società democratica. È importante, tuttavia, che la valutazione dei “motivi di particolare valore sociale” sia sempre condotta con attenzione e rigore, al fine di evitare che la legge venga interpretata in modo troppo permissivo.