La scomparsa di Zakharia
Un nuovo tassello si aggiunge al complesso puzzle della morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto nel 2016. Dieci giorni fa, un egiziano di nome Zakharia si è presentato all’ambasciata italiana al Cairo, sostenendo di avere informazioni cruciali sul caso. La madre dell’uomo ha raccontato ai media che Zakharia, un insegnante statale affetto da cancro, è scomparso poche ore dopo, prelevato, secondo la sua denuncia, dalle forze di polizia egiziane.
La madre di Zakharia ha cercato di avere notizie del figlio dopo la sua scomparsa, rivolgendosi alle autorità egiziane e successivamente all’ambasciata italiana. Ha riferito che la polizia gli ha confiscato anche il telefono.
Le reazioni e le richieste di intervento
La notizia della scomparsa di Zakharia ha suscitato immediate reazioni, con il Tg di La7 di Enrico Mentana che ha dato la notizia e ha confermato di aver verificato la veridicità della vicenda con le autorità italiane.
La vice presidente della commissione Esteri della Camera, la Deputata democratica Lia Quartapelle, ha definito la notizia “shockante” e ha accusato il regime egiziano di Al Sisi di essere “un regime brutale che ha paura della verità”. Quartapelle ha annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare per chiedere al governo italiano di attivarsi con le autorità egiziane per tutelare il testimone e fare luce sulla sua scomparsa.
La ricerca della verità
La scomparsa di Zakharia solleva nuove inquietudini sul caso Regeni e alimenta la preoccupazione per la mancanza di trasparenza e la repressione in Egitto. La ricerca della verità sulla morte di Giulio Regeni continua ad essere un imperativo morale e politico per l’Italia e la comunità internazionale. La scomparsa di un potenziale testimone, se confermata, rappresenta un grave ostacolo alla giustizia e alla ricerca della verità.