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Un viaggio nel tempo attraverso le carte di Annibale Paloscia
Un’eredità preziosa riemerge dal cassetto di una scrivania: le carte di Annibale Paloscia, giornalista dell’ANSA, ora raccolte nel volume ‘Informazione e libertà di pensiero. Appunti di un giornalista’, edito da All Around per la Fondazione sul Giornalismo Paolo Murialdi. Grazie alla dedizione delle figlie Francesca e Marta, il libro ci accompagna in un viaggio nel tempo attraverso la carriera di un cronista che incarnava la vocazione del giornalismo di un’epoca ormai lontana.
La pubblicazione si apre con un’analisi della collezione di giornali antichi di Paloscia, una collezione che riflette la sua passione per la storia e la politica: giornali di area garibaldina, radicale, moderata, liberale, cattolica e socialista, le cui pagine, riprodotte nel libro, ci restituiscono un’atmosfera di rigore e di attenzione alla parola scritta, tipica del giornalismo di un tempo.
Il mestiere di giornalista: un corso di vita
Il libro si addentra poi nel ‘mestiere di giornalista’, un corso non tanto per invogliare alla professione, quanto per offrire una prospettiva profonda sul ruolo del giornalismo nella società civile. Paloscia sottolinea il potere di informare, di influenzare l’opinione pubblica, di determinare processi positivi o negativi nella formazione della coscienza politica dei cittadini.
L’analisi si concentra sulle fonti, sulla forma e sul linguaggio del giornalismo, con un’attenzione particolare alla comunicazione come elemento chiave. Paloscia sostiene la supremazia del giornalismo come autorità linguistica nella società, in grado di comunicare con le fasce produttive della popolazione e di arricchire il linguaggio con le novità del sentire comune.
La verità e il servizio al lettore
La ricerca della verità e il servizio al lettore sono i pilastri del giornalismo di Paloscia, un’etica che si riflette nella sua lunga carriera all’ANSA, dove ha lavorato dal 1966 al 1994, ricoprendo ruoli chiave come capo della Cronaca di Roma e della redazione cultura.
Il libro ripercorre le tappe fondamentali della sua carriera, con la riproduzione di notizie originali, tra cui il comunicato del rapimento di Aldo Moro, uno scoop storico di Paloscia. Attraverso le testimonianze di colleghi come Stefano Polli, Paolo Serventi Longhi e Piero Trellini, emerge il ‘metodo Paloscia’, basato sulla presenza sul campo, sulla verifica e sulla ricerca della verità attraverso la propria esperienza diretta.
Un giornalismo in via di estinzione?
Il libro si conclude con una riflessione sul giornalismo contemporaneo, un giornalismo che si affida sempre più a fonti non verificate e che rischia di perdere il contatto diretto con la realtà, abbandonando il lettore all’onda della rete, alla sua corrente incerta.
La figura di Annibale Paloscia, con la sua dedizione alla verità e al servizio al lettore, rappresenta un esempio di giornalismo autentico, un esempio che invita a riflettere sul valore della verifica, della presenza sul campo e della ricerca della verità in un’epoca in cui la disinformazione e la superficialità sono sempre più diffuse.
Un’eredità preziosa per il giornalismo contemporaneo
‘Informazione e libertà di pensiero’ è un libro prezioso che ci offre una prospettiva storica sul giornalismo e ci invita a riflettere sul suo ruolo nella società. In un’epoca di fake news e di disinformazione, il libro ci ricorda l’importanza della verifica, della ricerca della verità e del servizio al lettore, valori che dovrebbero essere al centro di ogni forma di giornalismo.