L’ombra della criminalità organizzata sul turismo italiano
Un’indagine realizzata da Demoskopika e pubblicata in anteprima dall’ANSA rivela un quadro allarmante: la criminalità organizzata italiana ha infiltrato il settore turistico con un giro d’affari stimato in 3,3 miliardi di euro. Di questa cifra, quasi 1,5 miliardi sono concentrati nelle regioni del Nord Italia.
Lo studio, che si basa su dati ufficiali e fonti autorevoli come Unioncamere, Direzione Investigativa Antimafia e Istat, evidenzia la pervasività del fenomeno e il rischio che le mafie prendano il controllo di quasi 7.000 imprese, pari al 14,2% del totale, in un contesto di crisi economica e fragilità imprenditoriale.
La ‘ndrangheta emerge come la principale forza criminale nel settore turistico, con un giro d’affari stimato in 1 miliardo e 650 milioni di euro, pari al 50% del totale. Seguono la camorra con 950 milioni (28,8%) e la mafia con 400 milioni (12,1%).
Le regioni più a rischio
Lo studio ha classificato le regioni italiane in tre gruppi in base al livello di infiltrazione mafiosa nel settore turistico: alto, medio e basso.
Le regioni con il rischio più elevato di infiltrazione sono: Campania, Lombardia, Lazio, Puglia, Sicilia, Liguria, Emilia Romagna, Piemonte e Calabria. La Campania, con un punteggio di 122,0 punti, si colloca al primo posto, seguita da Lombardia (119,3 punti), Lazio (117,7 punti), Puglia (106,9 punti) e Sicilia (103,5 punti).
Al contrario, le regioni con il rischio più basso sono: Valle d’Aosta, Molise, Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Umbria e Trentino Alto Adige.
Un sistema di controllo mafioso
Secondo Demoskopika, le mafie si infiltrano nel settore turistico attraverso diverse strategie, come il riciclaggio di denaro sporco, il controllo di attività come alberghi e ristoranti, l’intermediazione e la creazione di reti di prestanome. La fragilità economica delle imprese, acuita dalla crisi di liquidità e dall’indebitamento, le rende più vulnerabili al controllo mafioso.
Il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio, ha sottolineato il rischio che il turismo italiano diventi preda dei sodalizi criminali, con la ‘ndrangheta, Cosa Nostra, camorra e altre organizzazioni che si infiltrano nei settori dell’ospitalità. Eventi internazionali come le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 e il Giubileo 2025 potrebbero amplificare il rischio di infiltrazioni.
Il futuro del turismo italiano
La situazione descritta dall’indagine di Demoskopika è allarmante e richiede un intervento immediato da parte delle istituzioni. La lotta alle mafie nel settore turistico è una sfida complessa che richiede un’azione coordinata e incisiva. È necessario rafforzare i controlli, contrastare il riciclaggio di denaro sporco, promuovere la trasparenza e la legalità nel settore turistico e fornire alle imprese gli strumenti per resistere alle infiltrazioni mafiose. Il futuro del turismo italiano dipende dalla capacità di contrastare efficacemente la criminalità organizzata e di creare un ambiente economico sicuro e trasparente.