Approvazione del Decreto Ambiente
L’Aula della Camera ha approvato il decreto legge Ambiente con 141 sì, 81 no e 3 astenuti. Il provvedimento, già approvato dal Senato, è ora legge. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha spiegato che il decreto interviene principalmente sulle procedure di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica, che sono aumentate drasticamente negli ultimi anni, con l’obiettivo di velocizzarle. Il ministro ha anche annunciato che una riforma più ampia del codice dell’ambiente, con l’adeguamento agli articoli 9 e 41 della Costituzione, verrà affrontata nel corso della legislatura.
Critiche delle Opposizioni
Le opposizioni hanno espresso forti critiche al decreto, definendolo ‘scarno’ e ‘senza visione’. La deputata dem Eleonora Evi ha accusato il governo di “ostinarsi con la logica dell’emergenza, dei commissariamenti, degli interventi sui sintomi dei problemi ma mai sulle cause profonde, sulla prevenzione, sulla pianificazione”. Ha anche criticato la politica energetica del governo, accusandolo di “confondere la sicurezza energetica con lo sfruttamento di quel poco gas presente nel sottosuolo nazionale”. Mauro Del Barba, deputato di Italia Viva, ha definito il decreto “una montagna che ha partorito il topolino”, sostenendo che “gli stakeholder credevano che con questo provvedimento avrebbero finalmente potuto contare su delle norme chiare. Non si ritrovano in mano che un rinvio”. Ha anche criticato l’approccio del governo alla crisi idrica, alle terre rare e all’economia circolare, definendolo “un modo per correre ai ripari rispetto al Pnrr”.
Un passo avanti o un passo indietro?
L’approvazione del decreto legge Ambiente rappresenta un passo avanti nel tentativo di semplificare e velocizzare le procedure di impatto ambientale. Tuttavia, le critiche delle opposizioni sollevano dubbi sulla reale efficacia del provvedimento e sulla sua capacità di affrontare in modo strutturale le sfide ambientali. La mancanza di una visione a lungo termine e l’approccio emergenziale potrebbero limitare la sua efficacia nel contrastare la crisi climatica e promuovere una transizione ecologica.