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Un pregiudicato calabrese arrestato per estorsione a Trento
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trento e della Compagnia di Borgo Valsugana hanno arrestato un pregiudicato di origini calabresi residente in zona. L’uomo era stato condannato a svolgere diverse ore di messa alla prova e a effettuare una donazione a una onlus a sua scelta pari all’importo dei proventi delittuosi ricavati dall’attività di spaccio. Aveva quindi individuato un’associazione di volontariato locale per assolvere quanto impostogli dall’Autorità giudiziaria.
Tuttavia, già più di un anno fa aveva iniziato a pretendere la restituzione del denaro di 7.000 euro, affermando che non avrebbe dovuto svolgere il servizio alternativo né tantomeno effettuare la donazione. Le richieste, inizialmente saltuarie, sono diventate sempre più insistenti a partire da marzo, con messaggi sul telefono della vittima e visite presso la sede dell’associazione.
Negli ultimi due mesi la situazione è degenerata: le richieste sono diventate ancora più pressanti e si sono verificati inquietanti episodi che hanno costretto la vittima a rivolgersi ai Carabinieri.
Minacce e intimidazioni: la vittima perseguitata per mesi
L’uomo, con l’aiuto di altri criminali, ha perseguitato la vittima per mesi con minacce e intimidazioni. Sconosciuti si sono presentati presso la sede dell’associazione facendo il nome dell’estorsore e imponendo soggetti a cui far svolgere i servizi alternativi. Autovetture hanno seguito la vittima fino a casa e persone mai viste prima l’hanno avvicinata con frasi minacciose come “non si parla con i Carabinieri”, “ci sono anche gli interessi” o “non è finita qui”.
La situazione è culminata con episodi ancora più gravi: la vittima è stata costretta a fermarsi lungo la strada per essere intimidita, arrivando a essere mostrata una pistola.
La vittima, data la valenza intimidatoria delle richieste e tenuto conto del coinvolgimento di alcuni pregiudicati albanesi e di un noto criminale di origini calabresi già coinvolto nella indagine sulla ‘ndrangheta “Perfido”, si è salvata grazie ai Carabinieri.
L’arresto in flagranza di reato
Il responsabile della estorsione è stato colto in flagranza proprio nel momento in cui stava mettendo le mani addosso alla vittima. È stato quindi fermato e condotto in carcere a Trento.
L’arresto è un segnale importante per la lotta alla criminalità organizzata e dimostra l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare fenomeni come l’estorsione e l’intimidazione. La vittima, grazie alla sua coraggio, ha contribuito a smascherare il responsabile e a portare alla luce una rete di criminalità che operava nella zona.
Considerazioni sull’estorsione e la criminalità organizzata
L’arresto del pregiudicato calabrese per estorsione è un esempio di come la criminalità organizzata possa infiltrarsi in diversi ambiti della società, anche in contesti apparentemente tranquilli come quello di un’associazione di volontariato. È importante ricordare che l’estorsione è un reato grave che può avere conseguenze devastanti per le vittime.
La vicenda evidenzia anche l’importanza della collaborazione tra le forze dell’ordine e le vittime di reato. La vittima in questo caso ha avuto il coraggio di denunciare le minacce e le intimidazioni, contribuendo in modo determinante all’arresto del responsabile.
L’episodio sottolinea la necessità di una costante vigilanza e di una maggiore attenzione alla criminalità organizzata, che spesso opera in modo subdolo e insidioso.