Un abito per la memoria
La cerimonia degli Ambrogini d’oro, che si terrà domani al teatro Dal Verme di Milano, sarà un’occasione speciale per ricordare la storia della famiglia Finzi, una famiglia di stilisti milanesi vittime del nazifascismo. La presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi, in segno di omaggio, indosserà un abito unico, realizzato dagli studenti dello Ied di Milano, che riporta alla luce la memoria di Edgardo e Guglielmo Finzi, deportati e morti nei campi di concentramento.
Il bozzetto dell’abito, ritrovato grazie al progetto delle pietre di inciampo e alla Biblioteca Braidense, è stato realizzato dopo 80 anni con il contributo della Fondazione Cariplo. L’abito sarà una testimonianza tangibile della storia della famiglia Finzi e della loro casa di alta moda, un’eccellenza milanese e italiana, che fu costretta a chiudere a causa delle persecuzioni razziali.
La storia della maison Finzi
La casa di alta moda Finzi di via Manzoni era un punto di riferimento per la moda italiana all’inizio del ‘900. I fratelli Edgardo e Guglielmo, fondatori della maison, furono vittime del nazifascismo a causa delle loro origini ebraiche. Dopo la chiusura forzata della casa di moda, i due fratelli furono deportati e assassinati nei campi di sterminio. Guglielmo, prima della sua deportazione, scrisse una dedica al figlio Silvano, partigiano della 52esima Brigata Rosselli, che è stata riportata all’interno dell’abito.
L’abito che Elena Buscemi indosserà è un simbolo di memoria e di dignità, un modo per restituire alla famiglia Finzi la storia che gli è stata tolta. Il progetto “Filo spezzato”, di cui l’abito è parte integrante, è un’iniziativa che mira a ricordare le vittime del nazifascismo e a preservare la loro memoria.
Un gesto di memoria e di speranza
L’iniziativa di indossare l’abito di Edgardo e Guglielmo Finzi è un gesto significativo che vuole ricordare la tragedia del nazifascismo e la lotta per la libertà e la giustizia. L’abito diventa un simbolo di memoria, di dignità e di speranza. La presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi, con il suo gesto, vuole ricordare la storia della famiglia Finzi e la loro eredità culturale. Il sindaco Beppe Sala ha sottolineato l’importanza di ristabilire la verità e di fare memoria delle vittime e delle loro storie.
L’abito, con la sua dedica di Guglielmo al figlio Silvano, unisce le generazioni e gli enti che hanno partecipato al progetto “Filo spezzato”, con la frase “Perché il tempo ci trovi sempre uniti”. Questo messaggio di unità e di speranza è un invito a non dimenticare le vittime del nazifascismo e a lavorare per un futuro di pace e di giustizia.
La memoria come strumento di cambiamento
La scelta di Elena Buscemi di indossare l’abito della famiglia Finzi all’Ambrogino d’oro è un atto potente che va oltre la semplice commemorazione. È un messaggio chiaro e forte che ci ricorda l’importanza di custodire la memoria, di non dimenticare le vittime del nazifascismo e di combattere ogni forma di discriminazione e intolleranza. La memoria, in questo caso, non è solo un atto di rispetto per il passato, ma un potente strumento di cambiamento per il futuro.