L’ingresso in Siria dopo 40 anni
Le forze di terra israeliane hanno varcato la zona demilitarizzata al confine con la Siria e sono entrate nel Paese per la prima volta dalla guerra dello Yom Kippur dell’Ottobre 1973. La notizia è stata riportata dal New York Times, che cita due funzionari israeliani anonimi. Il dispiegamento è avvenuto in un contesto di profonda instabilità in Siria, con i ribelli che hanno conquistato Damasco e costretto il presidente Assad alla fuga.
Controllo del Monte Hermon e altre località
Secondo le fonti, le forze israeliane controllano ora la cima del Monte Hermon, sul lato siriano del confine, e diverse altre località ritenute essenziali per stabilizzare il controllo dell’area. L’obiettivo di questa operazione non è stato ancora chiarito, ma è probabile che Israele stia cercando di prevenire l’instabilità nella regione e di garantire la sicurezza del suo confine.
Il contesto della crisi siriana
La crisi siriana è in corso da oltre due anni, con i ribelli che si battono contro il regime di Assad. La situazione è diventata sempre più instabile negli ultimi mesi, con i ribelli che hanno conquistato importanti città e regioni del Paese. La caduta di Damasco segna un punto di svolta nella guerra civile, con il regime di Assad che sembra sempre più debole.
Le implicazioni dell’intervento israeliano
L’intervento israeliano in Siria è un evento significativo che potrebbe avere importanti implicazioni per la regione. La presenza di truppe israeliane sul territorio siriano potrebbe aumentare le tensioni con il regime di Assad e con i suoi alleati, come la Russia e l’Iran. Inoltre, l’intervento israeliano potrebbe influenzare l’andamento della guerra civile siriana e il futuro del Paese.