Tentato omicidio e condotte autolesioniste a Nisida
Un grave episodio di violenza si è verificato nell’istituto penale minorile di Nisida, a Napoli. Un minorenne di cittadinanza italiana, appartenente a una famiglia di origine extracomunitaria, ha tentato di accoltellare un altro detenuto con un’arma da taglio rudimentale. Il giovane era stato trasferito dal carcere minorile di Milano, dove era riuscito a evadere. Le intemperanze del ragazzo non si sono fermate al tentato omicidio: poco dopo, ha manifestato condotte autolesioniste, ingerendo alcune pile. La gravità della situazione ha richiesto il suo trasferimento in ospedale, da cui ha tentato di scappare dopo l’intervento dei sanitari.
Le preoccupazioni dei sindacalisti
I sindacalisti dell’Uspp Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio hanno espresso la loro preoccupazione per la situazione, sottolineando la crescente difficoltà nel gestire un’utenza sempre più complessa. “L’attuale utenza proveniente dal territorio di Napoli e provincia – spiegano – non è di facile gestione, per la vicinanza, in molti casi anche per il vincolo di parentela con soggetti di rilevante spessore criminale e anche per la particolare efferatezza dei reati commessi nonostante la giovane età. A tutto questo si aggiungono i problemi di dipendenza, anche da sostanze stupefacenti e la loro particolare fragilità e vulnerabilità.”
Un contesto difficile
I sindacalisti evidenziano come i fatti di cronaca che vedono coinvolti giovani minorenni determinino un continuo afflusso negli istituti penali minorili, rendendo sempre più difficile la gestione dell’utenza. La presenza di detenuti provenienti da istituti del Nord, con comportamenti spesso caratterizzati da azioni di etero e autolesionismo, crea un’ulteriore pressione per il personale, già in difficoltà per la carenza di organico e per il numero elevato di detenuti presenti.
La sfida della rieducazione
L’episodio di Nisida mette in luce la complessità del sistema penitenziario minorile e la sfida di garantire la sicurezza e la rieducazione dei giovani detenuti. È fondamentale investire in risorse umane e in programmi di recupero per affrontare le diverse esigenze di questa popolazione fragile e vulnerabile. La collaborazione tra istituzioni, famiglie e comunità è essenziale per costruire un futuro migliore per questi ragazzi.