Condanna a 30 anni per l’omicidio di Gabriela Trandafir e Renata
La Corte di assise di Modena ha condannato Salvatore Montefusco, imprenditore edile di 72 anni, a 30 anni di reclusione per l’omicidio della moglie Gabriela Trandafir, 47 anni, e della figlia della donna, Renata, 22enne. Il delitto è avvenuto il 13 giugno 2022 nella loro abitazione a Cavazzona di Castelfranco Emilia.
La Procura aveva chiesto l’ergastolo, ma i giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti rispetto alle aggravanti contestate, escluse la premeditazione e la crudeltà.
La denuncia di Gabriela Trandafir e la richiesta di archiviazione
L’avvocata Barbara Iannuccelli, che rappresenta la famiglia delle vittime, ha espresso forti critiche nei confronti delle autorità, evidenziando come Gabriela Trandafir avesse presentato una denuncia il 8 settembre 2021, in cui descriveva “una situazione familiare complessa, nella quale l’indagato manifestava tratti di personalità aggressivi e irruenti”.
Nonostante la denuncia, la richiesta di archiviazione del caso sosteneva che il quadro fattuale corrispondesse a “una conflittualità esasperata, ma solo esteriore e verbale”, senza riconoscere alcun reato di maltrattamenti.
La famiglia delle vittime: “Lo Stato le donne le vuole solo morte”
L’avvocata Iannuccelli ha sottolineato l’inaccettabile contraddizione tra la denuncia di Gabriela Trandafir e la successiva archiviazione, che ha portato alla tragica morte della donna e della figlia nove mesi dopo. “E poi vedere che nove mesi dopo Gabriela e la figlia ventenne – sottolinea l’avvocata Iannuccelli – perderanno la vita uccise a fucilate dal soggetto ritenuto non pericoloso. È vero, quindi, che allo Stato le donne interessano solo morte”.
Il peso della violenza di genere
Il caso di Cavazzona riporta alla luce il problema della violenza di genere e la necessità di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni nei confronti delle donne che denunciano maltrattamenti. L’archiviazione della denuncia di Gabriela Trandafir ha dimostrato una grave mancanza di sensibilità e di attenzione verso le vittime di violenza domestica.
La famiglia delle vittime ha espresso un dolore profondo e un’accusa pesante nei confronti dello Stato, sollevando un interrogativo inquietante sulla reale attenzione che le istituzioni riservano alle donne che denunciano violenza.
Un dramma che solleva interrogativi
La condanna di Salvatore Montefusco non può cancellare la tragedia che ha colpito la famiglia Trandafir. La vicenda solleva interrogativi sull’efficacia dei sistemi di protezione delle donne vittime di violenza, e sulla necessità di un’azione più incisiva da parte delle istituzioni per prevenire e contrastare il fenomeno. Il caso di Cavazzona deve essere un monito per migliorare i sistemi di assistenza e di tutela delle donne in situazioni di pericolo.