La Cassazione stabilisce la competenza per i magistrati della Dna
La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza che potrebbe avere ripercussioni sull’indagine in corso a Perugia sugli accessi alle banche dati del Dna. La sentenza, la numero 3300, si è pronunciata su un caso di diffamazione e calunnia in danno di un magistrato in servizio alla Dna, stabilendo la competenza della Corte d’appello di Roma. La Cassazione ha confermato la tesi della Corte d’appello di Roma, che aveva dichiarato la propria incompetenza trasmettendo gli atti a Firenze, e ha stabilito che per i magistrati della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (Dna) non è previsto lo spostamento di un fascicolo che li riguardi sia come indagati sia come persone offese. In altre parole, la Cassazione ha stabilito che l’articolo 11 del codice di procedura penale, che prevede lo spostamento dell’indagine alla procura competente per i magistrati applicati alle Dda presso le altre procure, non si applica ai magistrati della Dna.
Possibili ripercussioni sull’indagine di Perugia
La decisione della Cassazione rischia di avere ripercussioni anche sull’indagine dei magistrati di Perugia che coinvolge l’allora sostituto della Procura nazionale Antimafia Antonio Laudati e il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano. Le difese hanno già posto la questione della competenza, chiedendo il trasferimento degli atti a Roma, al Tribunale del riesame del capoluogo umbro che sta esaminando il ricorso della Procura guidata da Raffaele Cantone contro il provvedimento del gip che ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari per i due indagati.
Considerazioni
La sentenza della Cassazione solleva importanti questioni di competenza e giurisdizione. La decisione di non applicare l’articolo 11 del codice di procedura penale ai magistrati della Dna potrebbe avere un impatto significativo sulle future indagini che coinvolgono questi magistrati. È importante notare che la sentenza della Cassazione si basa su un caso specifico e non necessariamente rappresenta un precedente vincolante per tutti i casi futuri. Tuttavia, la decisione potrebbe influenzare l’interpretazione del codice di procedura penale e la competenza in materia di indagini che coinvolgono magistrati della Dna.