Un’ombra di crisi sulla lettura in Italia
Secondo un recente studio dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (Aie), la lettura in Italia sta vivendo un momento di crisi. Nel 2024, il tempo medio settimanale dedicato alla lettura si è ridotto a 2 ore e 47 minuti, in calo rispetto alle 3 ore e 16 minuti del 2023 e alle 3 ore e 32 minuti del 2022. Un dato allarmante che evidenzia una tendenza negativa e un progressivo disinteresse per la lettura.
Inoltre, il 30% dei lettori si dedica alla lettura in modo frammentario, dedicandosi a questa attività solo qualche volta al mese o all’anno. Questo dato indica una scarsa abitudine alla lettura e una difficoltà a inserirla nella propria routine quotidiana.
L’Osservatorio Aie stima che il 73% della popolazione italiana abbia letto almeno un libro nell’ultimo anno, ma altri enti di ricerca presentano stime diverse. Istat indica il 39%, Eurostat il 35%, Doxa il 79% e Swg l’80%. Questa disparità di dati evidenzia la difficoltà nel quantificare con precisione il fenomeno della lettura in Italia e la necessità di una maggiore uniformità metodologica nelle rilevazioni.
Il divario Nord-Sud: una ferita aperta
Un aspetto particolarmente preoccupante è la profonda disparità tra Nord e Sud. I dati di NielsenIQ-GfK sul mercato del libro trade in Italia, suddivisi per aree geografiche, mostrano una netta differenza nella distribuzione delle vendite di libri.
Il Nord-Ovest, il Nord-Est e il Centro registrano percentuali di vendita significativamente più elevate rispetto al Sud e alle Isole. Meno di due libri su dieci venduti nel mercato trade in Italia sono destinati al Sud e alle Isole. Questa disparità è evidente anche nel numero di librerie per abitante, con il Sud che presenta un deficit del 30% rispetto alla media nazionale.
Questa situazione è un chiaro segnale di un divario culturale che si ripercuote negativamente sul Sud, limitando l’accesso alla cultura e al sapere. La mancanza di librerie e la scarsa diffusione di libri sono un ostacolo allo sviluppo di una cultura della lettura, con ripercussioni negative sull’istruzione, la crescita economica e sociale.
La necessità di un’azione mirata
Il presidente dell’Aie, Innocenzo Cipolletta, ha sottolineato l’urgenza di intervenire per far crescere il numero di lettori, soprattutto al Sud e nelle aree meno prospere del Paese. Florindo Rubbettino, delegato dell’Aie per il Sud, ha evidenziato la necessità di interventi mirati, tenendo conto delle diverse realtà del Sud.
Tra le proposte di intervento, Rubbettino ha suggerito di rafforzare le infrastrutture per la lettura a partire dalle biblioteche, con particolare attenzione alla formazione dei bibliotecari. Ha anche proposto di utilizzare il tax credit per incentivare l’apertura di nuove librerie e di riconvertire la rete di edicole, che sono particolarmente diffuse nelle aree marginali, in spazi di lettura.
La sfida è complessa e richiede un impegno congiunto di istituzioni, editori, librai e cittadini. La promozione della lettura è un investimento per il futuro, che può contribuire a colmare il divario culturale, promuovere la crescita economica e sociale e migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini.
Un’analisi critica
La crisi della lettura in Italia è un fenomeno complesso con cause multifattoriali. La diminuzione del tempo dedicato alla lettura può essere attribuita a diversi fattori, tra cui l’aumento del tempo dedicato al lavoro e alle attività digitali, la crescente diffusione di contenuti audiovisivi e la mancanza di incentivi alla lettura. La disparità tra Nord e Sud è un problema storico e sociale che si riflette anche nella diffusione della lettura. La mancanza di infrastrutture per la lettura, la scarsa attenzione alle politiche culturali e la disomogeneità economica contribuiscono a creare un ambiente sfavorevole alla lettura nelle regioni meridionali. È fondamentale che le istituzioni e gli operatori culturali si impegnino per promuovere la lettura in modo capillare e inclusivo, offrendo opportunità di accesso alla cultura a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro provenienza geografica e dal loro background socioeconomico.