Il ritorno a casa e le condizioni di salute
Narges Mohammadi, attivista iraniana e premio Nobel per la pace, è tornata a casa dal carcere con un permesso medico di tre settimane. La notizia è stata data dal marito, Taghi Rahmani, in un’intervista a La Repubblica. Rahmani ha descritto la moglie come “felice” e “euforica” al suo ritorno, nonostante le gravi condizioni di salute. Mohammadi soffre di diverse patologie, tra cui due tumori, coronarie ostruite, artrosi, ernia del disco e altre malattie che richiedono accertamenti urgenti.
Rahmani ha raccontato che la moglie, mentre veniva trasportata in ambulanza senza il velo obbligatorio, ha urlato “Donna, vita, libertà” e ha cantato “Il sangue delle viole”, un canto rivoluzionario degli anni Settanta.
Le prospettive future
Rahmani ha espresso dubbi sulla possibilità di un rilascio definitivo per la moglie, sottolineando la presenza di diversi capi di accusa pendenti e altri processi che Mohammadi deve affrontare, tra cui quelli per la denuncia di abusi sulle detenute negli scorsi mesi.
Nonostante le difficoltà, Rahmani si dice fiducioso che il presidente Masoud Pezeshkian possa contribuire al rilascio di Mohammadi. “Se il presidente Pezeshkian riuscirà ad essere di aiuto in questo cammino bene, ma anche se non lo facesse noi non smetteremo di lottare”, ha affermato.
Un segnale di speranza?
Il ritorno a casa di Narges Mohammadi, seppur temporaneo, rappresenta un segnale di speranza per la sua salute e per la lotta per i diritti umani in Iran. La sua voce, che ha sempre denunciato le violazioni dei diritti umani e si è battuta per la libertà delle donne, continua a risuonare con forza, anche in questo momento di fragilità. Rimane da vedere se il permesso medico si tradurrà in un rilascio definitivo e se le autorità iraniane dimostreranno una maggiore apertura nei confronti dei diritti umani.