L’Ordine di Hagal: un’organizzazione sovversiva
Il processo contro l’Ordine di Hagal, un’organizzazione sovversiva di stampo neonazista, negazionista e suprematista, si è concluso con quattro condanne. La Corte di Assise di Napoli ha inflitto pene che vanno dai 3 ai 5 anni e 6 mesi a Maurizio Ammendola, Michele Rinaldi, Gianpiero Testa e Massimiliano Mariano. Ammendola, secondo gli investigatori, era il presidente dell’organizzazione, mentre Rinaldi era il vice presidente. Mariano e Testa erano collaboratori del presidente.
L’organizzazione, che secondo l’accusa aveva a disposizione armi, promuoveva l’odio razziale ed etnico, minimizzava la Shoah e svolgeva un ruolo di istigatore.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli, hanno portato all’arresto dei quattro imputati il 15 novembre 2022. Gli inquirenti hanno contestato, tra l’altro, il reato di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico.
Il processo ha visto come parte offesa lo Stato italiano.
Le condanne e le accuse
La Corte di Assise ha inflitto 5 anni e 6 mesi a Maurizio Ammendola e Michele Rinaldi, riconoscendo il loro ruolo di leader all’interno dell’organizzazione.
Gianpiero Testa è stato condannato a 3 anni e 6 mesi, mentre Massimiliano Mariano a 3 anni. Per quest’ultimo imputato la Corte di Assise ha ritenuto non sussistente il ruolo di promotore.
Gli imputati sono stati accusati di vari reati, tra cui associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, istigazione all’odio razziale ed etnico e negazionismo.
Le attività dell’organizzazione
Secondo gli investigatori, l’Ordine di Hagal svolgeva attività di proselitismo e indottrinamento anche via web, su piattaforme come Facebook, Telegram e Youtube.
L’organizzazione organizzava anche escursioni e riunioni per mantenere i legami tra i proseliti, anche via web, con associazioni estremiste e neonaziste di altri stati.
Tra le attività dell’organizzazione c’era anche l’addestramento all’uso di armi bianche e da fuoco e all’uso degli esplosivi.
Un’inchiesta in corso
Da una costola di questa inchiesta è nata quella che ha portato agli arresti disposti oggi dal gip di Bologna.
Le indagini sull’Ordine di Hagal continuano e si prevede che possano portare ad altri arresti e condanne.
La lotta contro il sovversivismo
La sentenza contro l’Ordine di Hagal è un segnale importante nella lotta contro il sovversivismo e l’estremismo di destra. Il processo ha dimostrato che le autorità italiane sono determinate a contrastare queste organizzazioni che minacciano la sicurezza e la coesione sociale. È importante ricordare che la lotta contro il sovversivismo è un compito complesso e che richiede un’azione coordinata da parte di tutte le istituzioni.