Infrastrutture sportive italiane: un problema di vecchiaia e di investimenti
Il panorama delle infrastrutture sportive italiane presenta un quadro allarmante. Secondo Beniamino Quintieri, presidente dell’Istituto per il credito sportivo e culturale, gli stadi italiani hanno un’età media di circa 60 anni, un dato che dimostra un evidente ritardo rispetto agli altri paesi europei. L’investimento nelle infrastrutture sportive in Italia è ben lontano dai primi 10 posti in Europa, un dato che evidenzia la necessità di un intervento urgente per rigenerare il parco infrastrutturale.
La situazione è aggravata da una discrepanza tra le eccellenze tecnologiche e costruttive italiane e lo stato delle infrastrutture sportive. Quintieri sottolinea come l’Italia possieda aziende che all’estero hanno un’enorme possibilità di lavoro nel campo delle costruzioni, ma allo stesso tempo il paese soffre di un notevole ritardo nello sviluppo delle infrastrutture sportive.
Le contraddizioni dello sport italiano
Lo sport italiano si trova a confrontarsi con due grandi contraddizioni, come sottolineato da Quintieri. La prima è la discrepanza tra i risultati ottenuti dagli atleti italiani nelle diverse discipline e il tasso di partecipazione alle attività sportive, che è tra i più bassi d’Europa. Questo significa che, nonostante l’eccellenza degli atleti, la popolazione italiana non è abbastanza coinvolta nello sport.
La seconda contraddizione è quella tra l’eccellenza italiana nel campo delle tecnologie e delle costruzioni e il ritardo nello stato delle infrastrutture sportive. Questa situazione evidenzia la necessità di un investimento massiccio per rigenerare il parco infrastrutturale e per rendere lo sport italiano più accessibile e attraente per la popolazione.
L’auspicio per il futuro
L’auspicio di Quintieri è che si proceda a un massiccio rinnovamento delle infrastrutture sportive, per garantire un futuro più luminoso per lo sport italiano. Questo rinnovamento dovrebbe non solo migliorare le strutture esistenti, ma anche promuovere l’accesso allo sport per tutti, con particolare attenzione ai giovani e alle fasce più vulnerabili della popolazione.
Un investimento in infrastrutture sportive non è solo un investimento in mattoni e cemento, ma un investimento nel futuro del paese. Lo sport, infatti, ha un ruolo fondamentale nella crescita sociale e personale, promuovendo la salute, il benessere e l’inclusione.
La necessità di un cambio di rotta
Le parole di Quintieri suonano come un monito per le istituzioni e per tutti coloro che hanno a cuore il futuro dello sport italiano. È necessario un cambio di rotta, un investimento massiccio e strategico nelle infrastrutture sportive, per colmare il gap con gli altri paesi europei e per rendere lo sport accessibile a tutti. Solo così l’Italia potrà esprimere appieno il suo potenziale sportivo e sociale.