Le Pen: “Non chiediamo le dimissioni di Macron”, ma la pressione aumenterà se non si rispetteranno gli elettori
Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, ha dichiarato di non chiedere le dimissioni del presidente Macron, ma ha avvertito che la pressione su di lui aumenterà se non si rispetteranno gli elettori e l’esito del voto. La leader dell’estrema destra ha affermato che il suo partito è stato “costruttivo sin dall’inizio” e che continuerà ad esserlo con il nuovo primo ministro, che dovrà proporre una nuova manovra finanziaria. La priorità del Rassemblement National, secondo Le Pen, è che i suoi elettori siano rispettati e ascoltati nelle loro rivendicazioni, a partire dall’adeguamento delle pensioni sull’inflazione, che il premier sfiduciato Michel Barnier ha rifiutato.
Dubbi e perplessità nel Rassemblement National: “Abbiamo reso il Paese ingovernabile?”
Nonostante l’apertura di Le Pen alla collaborazione con il nuovo governo, la mozione di censura ha suscitato dubbi e perplessità all’interno del Rassemblement National. Alcuni esponenti del partito, come Bruno Gollnisch, storico braccio destro di Jean-Marie Le Pen, temono di aver reso il Paese ingovernabile e di aver contribuito a una situazione di instabilità politica. Le Monde riporta che il partito sta moltiplicando video e grafici esplicativi rivolti ai militanti per convincerli dell’aspetto “ragionevole” e “responsabile” delle scelte fatte, cercando di rassicurare gli elettori disorientati dalla caduta del governo.
La sfiducia a Barnier: una “soluzione degna”, ma non una “vittoria”
Marine Le Pen ha definito la mozione di censura votata insieme a Jean-Luc Mélenchon come “l’unica soluzione degna” per la Francia, ma ha evitato di parlare di “vittoria”. La leader del Rassemblement National ha affermato di essere stata “molto ragionevole” nel suo approccio, nonostante il rifiuto delle concessioni proposte da Barnier sulla manovra finanziaria 2025. Contrariamente alla France Insoumise, Le Pen non ha invocato le dimissioni di Macron e ha assicurato di voler collaborare con il futuro inquilino di Matignon.
Il Rn non si considera responsabile della crisi: “Il grande responsabile è Macron”
Marine Le Pen ha accusato Macron di essere il “grande responsabile della situazione attuale”, sostenendo che la dissoluzione e la censura sono la conseguenza delle sue politiche e della “grande spaccatura” che esiste tra lui e i francesi. Il deputato lepenista Jean-Philippe Tanguy ha avvertito che se il nuovo governo non rispetterà le richieste del Rassemblement National, il partito lo sfiducerà nuovamente.
La sfiducia a Barnier: un rischio calcolato o un azzardo?
La decisione del Rassemblement National di sfiduciare il premier Michel Barnier, unendo i suoi voti a quelli della gauche, è stata una mossa audace e rischiosa. Da un lato, ha dimostrato la capacità del partito di influenzare la politica francese e di far sentire la propria voce. Dall’altro, ha creato un clima di incertezza e instabilità politica, con alcuni esponenti del partito che temono di aver contribuito a rendere il Paese ingovernabile. Il tempo dirà se questa mossa si rivelerà strategica o un errore.