Le lettere di compliance non favoriscono la compliance fiscale, ma generano confusione e preoccupazione

Secondo i presidenti di tre sindacati dei commercialisti, le lettere di compliance inviate dall’Agenzia delle Entrate non stanno contribuendo a migliorare la compliance fiscale, ma stanno generando confusione e preoccupazione tra i contribuenti. Le comunicazioni, secondo i sindacati, sono prive di reale contenuto tecnico-informativo e provocano timori tra i cittadini, imponendo ai commercialisti attività di assistenza a basso valore aggiunto, spesso difficilmente retribuibili.

Le lettere, che dovrebbero promuovere il corretto adempimento fiscale e favorire la trasparenza con l’amministrazione finanziaria, sembrano invece essere diventate uno strumento intimidatorio. L’affermazione “L’Agenzia individua i casi anomali selezionati per le attività di controllo” è vista come un esempio di questo approccio.

I sindacati criticano anche il paragone tra il reddito di lavoro autonomo o d’impresa e quello minimo previsto per i lavoratori dipendenti, sostenendo che tale approccio ignora le specificità del contribuente e dimentica che redditi inferiori a determinati livelli possono essere causati dalla difficile congiuntura economica del 2023.

“Le lettere di compliance, concepite per promuovere il corretto adempimento fiscale e favorire la trasparenza con l’amministrazione finanziaria, sembrano diventate uno strumento intimidatorio, come dimostra l’affermazione: “L’Agenzia individua i casi anomali selezionati per le attività di controllo”. Inoltre, è sbagliato paragonare il reddito di lavoro autonomo o d’impresa a quello minimo previsto per i lavoratori dipendenti, ignorando le specificità del contribuente. Tale approccio, forse volutamente, dimentica che redditi inferiori a determinati livelli possono essere causati dalla difficile congiuntura economica del 2023, ancora in corso”.

L’invio massivo di comunicazioni generiche contrasta con l’obiettivo dichiarato di migliorare il rapporto tra fisco e contribuente

L’invio massivo di comunicazioni generiche contrasta con l’obiettivo dichiarato di migliorare il rapporto tra fisco e contribuente. Le lettere sembrano piuttosto un’ulteriore pressione per promuovere l’adesione al concordato preventivo biennale, strumento che non ha riscosso il successo sperato. Da tempo i sindacati hanno evidenziato le criticità del concordato e offerto il loro supporto per avviare un confronto costruttivo, ma finora senza esito.

“L’invio massivo di comunicazioni generiche contrasta con l’obiettivo dichiarato di migliorare il rapporto tra fisco e contribuente. Queste lettere sembrano piuttosto un’ulteriore pressione per promuovere l’adesione al concordato preventivo biennale, strumento che non ha riscosso il successo sperato. Da tempo abbiamo evidenziato le sue criticità e offerto il nostro supporto per avviare un confronto costruttivo, ma finora senza esito”, si legge nella nota dei professionisti.

L’importanza di una comunicazione fiscale chiara e trasparente

La comunicazione tra l’Agenzia delle Entrate e i contribuenti è fondamentale per garantire una corretta compliance fiscale. Le lettere di compliance dovrebbero essere uno strumento di informazione e di supporto, non di intimidazione. È importante che l’Agenzia adotti un approccio più trasparente e comprensibile, tenendo conto delle specificità del contribuente e della difficile congiuntura economica attuale. Un confronto costruttivo tra l’Agenzia e i professionisti del settore è necessario per migliorare il rapporto tra fisco e contribuente e per garantire un sistema fiscale più equo ed efficiente.

Di atlante

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