Conte rivendica l’identità del M5S e crea malumore nel campo largo
Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha ribadito la distinzione del M5S dal centrosinistra, definendolo “progressista, non di sinistra”. Questa dichiarazione, rilasciata in un’intervista a La Stampa, ha suscitato reazioni negative nel PD e in altre forze politiche, che vedono in questa presa di posizione un ostacolo alla costruzione di un campo largo.
La dichiarazione di Conte è stata interpretata come una risposta all’area del Movimento più vicina a Beppe Grillo, che accusa Conte di voler trasformare i Cinque Stelle in un’appendice del PD. L’intervista è stata vista come un tentativo di Conte di ribadire l’identità del M5S e di marcarne la distanza dal PD, soprattutto in merito a temi come l’Ucraina e l’Unione Europea.
Il deputato PD Andrea Orlando ha commentato che “se vuoi fare un accordo, il modo migliore non è porre in quel modo la questione” delle distanze fra PD e M5S. Anche altri esponenti del PD, come Pina Picierno e Stefano Bonaccini, hanno espresso perplessità sulla definizione di “progressista non di sinistra” usata da Conte, sottolineando che il M5S siede nel Parlamento Europeo con l’estrema sinistra.
Anche le forze più affini al M5S, come Alleanza Verdi Sinistra, hanno criticato Conte. Nicola Fratoianni, segretario di SI, ha sottolineato che il M5S fa parte di un gruppo europeo che si chiama “La Sinistra”.
Il voto per la Costituente e il futuro di Conte
Il nuovo voto per la Costituente del Movimento 5 Stelle, con le urne aperte fino a domenica, ha intensificato le tensioni interne. Beppe Grillo ha invitato gli iscritti a disertare le urne, mentre Conte ha rivendicato le conquiste della Costituente, prima fra tutte la scelta di campo: “progressisti indipendenti”.
Il voto per la Costituente è cruciale per il futuro del M5S e di Conte. Se verrà confermato l’esito di due settimane fa, il ruolo di Grillo scomparirà. Se invece l’invito di Grillo a disertare le urne andrà a buon fine, difficilmente Conte resterà alla guida del M5S.
L’alternativa di governo e il futuro del M5S
Nonostante le tensioni interne, Conte ha ribadito la necessità di costruire un’alternativa di governo, sottolineando che “l’alternativa va costruita” e che “abbiamo bisogno di tempo per costruire un progetto serio, forte e credibile”.
Conte ha anche sottolineato che “per noi proporci come alternativa di governo significa non semplicemente stare uniti, ma voler cambiare il Paese con decisione e coraggio”.
Il futuro del M5S e di Conte è incerto, ma la partita si giocherà sul terreno della Costituente e delle alleanze. Il voto per la Costituente deciderà il destino di Grillo e di Conte, mentre la costruzione di un’alternativa di governo dipenderà dalla capacità di Conte di superare le divisioni interne e di trovare un terreno comune con le altre forze politiche.
La sfida di Conte
La posizione di Conte è complessa. Da un lato, deve rispondere alle pressioni interne del Movimento, con Grillo che cerca di sabotare la sua leadership. Dall’altro, deve costruire un’alternativa di governo, ma senza alienare gli alleati potenziali. La sua dichiarazione di “progressista, non di sinistra” potrebbe essere interpretata come un tentativo di equilibrare queste due esigenze, ma rischia di creare confusione e di allontanare potenziali alleati.