Un’operazione controversa all’ospedale di Nablus
L’Autorità nazionale palestinese (ANP) ha accusato le forze israeliane di aver condotto un’operazione all’interno dell’ospedale di Nablus, in Cisgiordania, per rapire un ferito. Secondo le fonti dell’ospedale, riportate dall’agenzia palestinese Wafa, le forze speciali israeliane si sono infiltrate in una delle sale di terapia intensiva travestite da donne e medici. L’obiettivo dell’operazione era il giovane Ayman Ghanem, ferito da un drone il giorno precedente vicino a Tubas. Ghanem è stato prelevato dall’ospedale dalle forze israeliane.
Aggressioni e proteste
L’operazione ha suscitato forti proteste e condanne da parte dell’ANP e di diverse organizzazioni internazionali. Oltre al rapimento, si segnalano aggressioni da parte delle forze israeliane nei confronti di due membri del personale medico dell’ospedale, che sono stati picchiati. L’ANP ha definito l’operazione un atto “criminale” e “barbaro”, chiedendo alla comunità internazionale di condannare l’azione israeliana.
Contesto e tensioni
L’incidente si inserisce in un contesto di crescente tensione tra Israele e Palestina, con frequenti scontri e violenze nella Cisgiordania occupata. Le forze israeliane conducono spesso operazioni militari in Cisgiordania, con l’obiettivo di arrestare sospetti militanti o di contrastare la resistenza palestinese. Queste operazioni sono spesso accompagnate da violenze e violazioni dei diritti umani, come denunciato da diverse organizzazioni internazionali.
La violazione del diritto internazionale
L’azione israeliana, se confermata, costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale e delle convenzioni di Ginevra. L’ospedale è un luogo di cura e protezione, e le forze militari non dovrebbero mai violare la sua neutralità. La condotta delle forze israeliane solleva serie preoccupazioni sulla sicurezza dei pazienti e del personale medico in Cisgiordania.