Il Garante Privacy interviene sull’accordo tra Gedi e OpenAI
Il Garante per la Privacy ha inviato un avvertimento formale al Gruppo Gedi e alle società coinvolte in un accordo con OpenAI, sollevando preoccupazioni sulla possibile violazione del Regolamento Ue in merito al trattamento dei dati personali contenuti negli archivi digitali dei giornali. L’avvertimento, come spiegato in una nota del Garante, è stato inviato a Gedi News Network Spa, Gedi Periodi e Servizi Spa, Gedi Digital Srl, Monet Srl e Alfemminile Srl, tutte società parte dell’accordo di comunicazione dei contenuti editoriali stipulato con OpenAI. Il provvedimento è stato adottato dopo i primi riscontri forniti dalla società nell’ambito dell’istruttoria avviata di recente dall’Autorità.
Il Garante ha espresso preoccupazione per la possibile violazione del Regolamento Ue, in particolare per quanto riguarda la base giuridica che autorizza la cessione o il licenziamento in uso a terzi dei dati personali presenti nell’archivio di Gedi a OpenAI per l’addestramento dei propri algoritmi. Il Garante ritiene che le attività di trattamento siano destinate a coinvolgere un grande volume di dati personali, anche di natura particolare e di carattere giudiziario, e che la valutazione d’impatto, svolta dalla società e trasmessa al Garante, non analizzi sufficientemente la base giuridica per la cessione dei dati.
Il Garante ha espresso preoccupazione per la possibilità che l’accordo con OpenAI possa comportare la violazione del Regolamento Ue, in particolare per quanto riguarda la base giuridica che autorizza la cessione o il licenziamento in uso a terzi dei dati personali presenti nell’archivio di Gedi a OpenAI per l’addestramento dei propri algoritmi. Il Garante ritiene che le attività di trattamento siano destinate a coinvolgere un grande volume di dati personali, anche di natura particolare e di carattere giudiziario, e che la valutazione d’impatto, svolta dalla società e trasmessa al Garante, non analizzi sufficientemente la base giuridica per la cessione dei dati.
Il Garante ha espresso preoccupazione per la possibilità che l’accordo con OpenAI possa comportare la violazione del Regolamento Ue, in particolare per quanto riguarda la base giuridica che autorizza la cessione o il licenziamento in uso a terzi dei dati personali presenti nell’archivio di Gedi a OpenAI per l’addestramento dei propri algoritmi. Il Garante ritiene che le attività di trattamento siano destinate a coinvolgere un grande volume di dati personali, anche di natura particolare e di carattere giudiziario, e che la valutazione d’impatto, svolta dalla società e trasmessa al Garante, non analizzi sufficientemente la base giuridica per la cessione dei dati.
Il Garante ha espresso preoccupazione per la possibilità che l’accordo con OpenAI possa comportare la violazione del Regolamento Ue, in particolare per quanto riguarda la base giuridica che autorizza la cessione o il licenziamento in uso a terzi dei dati personali presenti nell’archivio di Gedi a OpenAI per l’addestramento dei propri algoritmi. Il Garante ritiene che le attività di trattamento siano destinate a coinvolgere un grande volume di dati personali, anche di natura particolare e di carattere giudiziario, e che la valutazione d’impatto, svolta dalla società e trasmessa al Garante, non analizzi sufficientemente la base giuridica per la cessione dei dati.
Il Garante ha espresso preoccupazione per la possibilità che l’accordo con OpenAI possa comportare la violazione del Regolamento Ue, in particolare per quanto riguarda la base giuridica che autorizza la cessione o il licenziamento in uso a terzi dei dati personali presenti nell’archivio di Gedi a OpenAI per l’addestramento dei propri algoritmi. Il Garante ritiene che le attività di trattamento siano destinate a coinvolgere un grande volume di dati personali, anche di natura particolare e di carattere giudiziario, e che la valutazione d’impatto, svolta dalla società e trasmessa al Garante, non analizzi sufficientemente la base giuridica per la cessione dei dati.
La replica di Gedi
Il Gruppo Gedi ha replicato all’avvertimento del Garante, affermando che l’accordo con OpenAI non ha ad oggetto la vendita di dati personali e che non è stato ancora avviato. In una nota, il Gruppo ha precisato che l’accordo riguarda la comunicazione di contenuti editoriali derivanti dall’attività giornalistica e lo sviluppo di nuove modalità per rendere accessibili i contenuti editoriali anche attraverso strumenti basati sull’intelligenza artificiale, assicurando al contempo la tutela dei diritti di proprietà industriale e intellettuale delle testate del Gruppo Gedi.
La sfida della protezione dei dati nell’era dell’intelligenza artificiale
L’avvertimento del Garante per la Privacy a Gedi solleva un punto cruciale nell’era dell’intelligenza artificiale: la protezione dei dati personali. L’utilizzo di dati per addestrare algoritmi di intelligenza artificiale presenta sfide significative in termini di privacy e sicurezza. È fondamentale che le aziende che operano in questo settore rispettino le normative sulla protezione dei dati e che adottino misure adeguate per garantire la privacy degli individui. Il caso Gedi-OpenAI evidenzia la necessità di un dialogo continuo tra le autorità di controllo e le aziende per garantire un utilizzo responsabile e etico dei dati nell’ambito dell’intelligenza artificiale.