‘Brain Rot’: La Sindrome del Web
L’Oxford English Dictionary, con la sua immensa banca dati di parole, ha scelto “brain rot” come parola che sintetizza l’anno 2024. Questa espressione, che si traduce in “rimbambimento da web”, descrive la sensazione di deterioramento cognitivo che alcuni individui associano all’eccessivo consumo di contenuti digitali irrilevanti, in particolare sui social media. Il termine ha trionfato su una shortlist di candidati che includeva “demure”, “romantasy” e “dynamic pricing”, tutti esempi di parole che riflettono il linguaggio in continua evoluzione del mondo digitale. “Brain rot” non è un neologismo. Fu utilizzato per la prima volta a metà Ottocento da Henry David Thoreau nel suo capolavoro “Walden”, un’opera che esalta la vita semplice e la connessione con la natura. Tuttavia, il termine ha recentemente riacquistato popolarità nel gergo giovanile sui social media, assumendo un significato più specifico legato all’ansia digitale e al timore di un’eccessiva esposizione a contenuti superficiali e privi di valore intellettuale.
Un Riflesso del Cambiamento Linguistico
L’ascesa di “brain rot” come parola dell’anno riflette la velocità con cui il linguaggio si evolve in un’epoca dominata dai social media. Il suo uso è aumentato del 230% nel 2024, un dato che Casper Grathwohl, presidente di Oxford Languages, attribuisce alla “vertiginosa velocità del cambiamento linguistico guidato dai social media”. La scelta della Parola dell’Anno di Oxford è basata su un’analisi di un vocabolario in continua evoluzione, che comprende circa 26 miliardi di parole raccolte da fonti di tutto il mondo anglofono. L’obiettivo è di “riflettere sugli stati d’animo e le conversazioni che hanno plasmato l’anno”, come affermato nell’annuncio ufficiale. La tradizione della Parola dell’Anno di Oxford risale a 20 anni fa, con la scelta di “chav” come parola che meglio rappresentava l’anno 2004. Da allora, l’iniziativa ha contribuito a consacrare nuove parole simbolo che sono entrate a far parte del linguaggio comune, come “podcast”, “selfie” e “post-truth”.
Un Processo di Selezione Democratico e Esoterico
La scelta della Parola dell’Anno di Oxford è il risultato di un processo che coinvolge sia il pubblico che un team di esperti. Il pubblico è invitato a votare una shortlist di candidati, mentre un team di lessicografi e altri esperti analizza i dati e sceglie la parola che meglio rappresenta l’anno. Il processo di selezione è stato descritto come un'”arte esoterica”, in cui la scelta finale è frutto di una combinazione di dati statistici, analisi linguistica e intuizione. “Brain rot” è stata scelta come la Parola dell’Anno 2024 in seguito a un processo di votazione che ha visto la partecipazione di circa 37.000 persone. La sua ascesa come parola simbolo di un’epoca segnata dall’ansia digitale e dal timore di un deterioramento cognitivo legato all’eccessivo consumo di contenuti online irrilevanti, la rende un’espressione che riflette le preoccupazioni di una società sempre più connessa e dipendente dal mondo digitale.
Un’Evocazione di Ansietà e Riflessione
La scelta di “brain rot” come Parola dell’Anno 2024 è un segnale importante. Essa non solo riflette l’evoluzione del linguaggio in un’epoca digitale, ma solleva anche un interrogativo fondamentale sulla nostra relazione con il mondo online. L’ansia di un deterioramento cognitivo legato all’eccessivo consumo di contenuti digitali irrilevanti è un tema che merita attenzione e riflessione. L’invito a un uso consapevole e critico dei social media, a una selezione attenta dei contenuti a cui ci esponiamo e a un equilibrio tra vita online e offline, è un messaggio che la scelta di “brain rot” ci consegna.