Sciopero in nove fabbriche tedesche
I dipendenti di Volkswagen hanno incrociato le braccia per due ore in nove dei dieci stabilimenti tedeschi del colosso dell’auto, in un’escalation della vertenza con i vertici che minacciano tagli salariali e chiusure di impianti. Lo sciopero, che ha coinvolto oltre 66.000 lavoratori, ha interessato fabbriche chiave come Zwickau, Wolfsburg, Hannover, Braunschweig, Emden e Chemnitz.
La protesta è stata indetta dal sindacato Ig Metall e dal consiglio di fabbrica, in risposta al piano di risanamento presentato dal management, che prevede un taglio degli stipendi del 10% e la chiusura di almeno tre impianti in Germania. Il piano, che mira a risparmiare 4 miliardi di euro, ha incontrato la ferma opposizione dei lavoratori, che si sono mobilitati in massa per difendere i propri posti di lavoro.
Il braccio di ferro si fa duro
Le posizioni tra il consiglio di fabbrica e il sindacato Ig Metall da un lato e i vertici dell’impresa dall’altro non sembrano avvicinarsi, e la rabbia fra i lavoratori cresce. Il sindacato ha avvertito che se necessario, questa sarà la battaglia contrattuale collettiva più dura che Volkswagen abbia mai conosciuto, e che la responsabilità per la durata e l’intensità del confronto ricade sul management.
Il sindacato ha inoltre minacciato ulteriori azioni di protesta se il management non inizierà a ragionare e a cercare un punto d’incontro. Il prossimo incontro tra le parti è previsto tra una settimana, e a quel punto o si arriverà a un avvicinamento o ci sarà una ulteriore escalation.
Le conseguenze per Volkswagen e la politica
La lotta per il lavoro prolungata potrebbe avere gravi conseguenze per Volkswagen, danneggiando la sua immagine e la sua reputazione. La crisi della principale casa d’auto tedesca ha anche un forte impatto politico nella campagna elettorale in vista del voto anticipato del 23 febbraio.
Il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz ha promesso di impegnarsi per salvare le fabbriche e ha chiesto all’opposizione di collaborare per un intervento congiunto, ben prima delle urne. La situazione è delicata e rischia di influenzare il panorama politico tedesco.
Un futuro incerto per Volkswagen
La vertenza tra i lavoratori e il management di Volkswagen è un segnale allarmante per il futuro dell’industria automobilistica tedesca. La crisi del settore, aggravata dalla pandemia e dalla transizione verso l’elettrico, sta mettendo a dura prova i produttori e i lavoratori. La soluzione a questo conflitto è fondamentale per garantire la stabilità del settore e per preservare i posti di lavoro. La speranza è che le parti in causa riescano a trovare un punto d’incontro che tuteli gli interessi di tutti, evitando un’escalation che avrebbe conseguenze negative per tutti.