Un corteo per la pace e la libertà
Un fiume di persone ha attraversato il centro di Roma al grido di “Palestina libera”, in una manifestazione nazionale che ha riunito movimenti pro-Palestina, organizzazioni studentesche e sigle sindacali. L’obiettivo: chiedere la fine del conflitto in corso e il riconoscimento del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.
Partendo da piazza Vittorio Emanuele, il corteo ha raggiunto piazzale Ostinese, con un’imponente presenza di bandiere palestinesi, striscioni e cartelli che denunciavano il “genocidio” e il “massacro” in Libano. Tra i simboli di protesta, anche immagini dei leader israeliani, come il premier Netanyahu, raffigurati con mani insanguinate e dietro le sbarre.
Un’immagine forte è stata quella di una donna che portava un fagotto avvolto in un lenzuolo sporco di vernice rossa, a simboleggiare il corpo di un bambino morto a Gaza. “Questo figlio nostro è stato vittima di genocidio”, recitava un cartello.
Tensioni e scontri con le forze dell’ordine
Il corteo ha attraversato la città in un clima di forte tensione, con alcuni momenti di scontro con le forze dell’ordine. In particolare, davanti alla sede della Fao, un gruppo di manifestanti incappucciati ha lanciato fumogeni e petardi contro il cordone di polizia, mentre una bandiera palestinese è stata lasciata davanti al palazzo.
Anche la sede di una filiale bancaria è stata presa di mira, con atti di vandalismo e imbrattamenti. Il corteo ha visto anche la presenza di vessilli di Hamas e Hezbollah, a riprova della complessità e delle diverse correnti di pensiero all’interno della protesta.
Le reazioni politiche
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha condannato gli atti di violenza, definendo i responsabili “cretini” che “blaterando di pace” hanno attaccato le forze dell’ordine. Salvini ha anche riferito di un assalto a un supermercato in via Labicana, chiedendo pene severe per i responsabili.
Anche il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha espresso solidarietà agli agenti coinvolti, denunciando gli atti di violenza e vandalismo come “inaccettabili”.
La voce della comunità palestinese
Il presidente della comunità palestinese in Italia, Yousef Salman, ha spiegato che la manifestazione era stata organizzata per “urlare contro questo continuo genocidio e questa politica criminale dei governanti di estrema destra israeliani”. Salman ha sottolineato la necessità di fermare il conflitto e di garantire al popolo palestinese il diritto all’autodeterminazione.
La manifestazione, secondo gli organizzatori, ha visto la partecipazione di 30mila persone, mentre il bilancio delle forze dell’ordine si ferma a 10mila presenze. Due comizi conclusivi a piazzale Ostiense hanno visto la partecipazione di diverse organizzazioni palestinesi e italiane.
Il diritto alla protesta e la condanna della violenza
La protesta pacifica è un diritto fondamentale in una società democratica. Tuttavia, è importante condannare con fermezza ogni atto di violenza e vandalismo che si verifichi durante una manifestazione. La violenza non è mai la soluzione e rischia di offuscare il messaggio di pace e di giustizia che si vuole portare avanti. La comunità internazionale ha il dovere di intervenire per porre fine al conflitto in corso e garantire la sicurezza di tutti i cittadini coinvolti.