Un laboratorio di fede e inclusione
Un’iniziativa inedita e significativa si è concretizzata nella Casa Circondariale di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno. Un laboratorio all’interno del carcere, intitolato “Pane Quotidiano – Carlo Acutis”, vede un gruppo di detenuti impegnati nella produzione di ostie e particole destinate alla vendita per il culto. Il progetto è nato dalla sinergia tra le diocesi di Vallo della Lucania e Teggiano-Policastro, la direzione della casa circondariale “Alfredo Paragano” e la cooperativa sociale “Al Tuo Fianco”, che gestisce il laboratorio.
I detenuti che lavorano nel laboratorio sono stati assunti con un regolare contratto dopo un percorso di formazione-lavoro, con l’obiettivo di favorire il loro reinserimento nel mondo lavorativo dopo l’espiazione della pena. Il laboratorio, inaugurato ufficialmente in una cerimonia alla presenza di autorità civili e religiose, rappresenta un esempio concreto di come la fede e l’inclusione sociale possano essere strumenti di cambiamento e di speranza all’interno di un contesto carcerario.
Un progetto di speranza e reinserimento
L’iniziativa “Pane Quotidiano – Carlo Acutis” si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso la rieducazione e il reinserimento sociale dei detenuti. Il lavoro all’interno del laboratorio, oltre a fornire un’occupazione e un’esperienza lavorativa, contribuisce a sviluppare un senso di responsabilità e di dignità personale. Il progetto, quindi, va oltre la semplice produzione di ostie e particole: rappresenta un’opportunità per i detenuti di riacquistare fiducia in sé stessi e di costruire un futuro positivo al di fuori delle mura carcerarie.
Il laboratorio è stato intitolato a Carlo Acutis, un giovane beato italiano, noto per la sua fede e per il suo impegno nel campo della comunicazione digitale. La scelta di questo patrono è significativa, in quanto sottolinea l’importanza di utilizzare le nuove tecnologie per diffondere messaggi di speranza e di inclusione.
Un segnale di speranza
L’iniziativa “Pane Quotidiano – Carlo Acutis” rappresenta un segnale di speranza per il mondo carcerario. Il progetto dimostra che la fede, la collaborazione tra istituzioni e il lavoro possono essere strumenti efficaci per promuovere l’inclusione sociale e il reinserimento lavorativo dei detenuti. La scelta di dedicare il laboratorio a Carlo Acutis, un giovane beato che ha saputo utilizzare le nuove tecnologie per diffondere messaggi di fede e di speranza, è un’ulteriore conferma di come la tecnologia possa essere uno strumento di cambiamento positivo anche in contesti difficili come quello carcerario.