Un’eroina in borghese
Si dice che gli infermieri siano sempre al lavoro, anche fuori dal servizio. E la storia di Sabrina Pepe, infermiera del reparto di Neonatologia dell’Ospedale San Paolo di Fuorigrotta, ne è la prova tangibile. Mentre si trovava in via Pignasecca, a pochi passi dall’Ospedale Vecchio Pellegrini, ha assistito ad una scena drammatica: un uomo si è accasciato a terra, in preda ad un malore.
“Credevo fosse inciampato”, racconta Sabrina, “ma poi mi sono girata e l’ho visto seduto sofferente sul gradino di un negozio, con il braccio sinistro stretto al petto. Intuisco subito cosa sta succedendo e torno indietro di corsa. Si avvicina un altro signore uscito dal negozio. Dopo pochi attimi il malcapitato perde conoscenza. Lo scuoto, ma l’assenza di respiro e il polso carotideo sono sintomi chiari.”
Il polso carotideo assente è un segnale inequivocabile di arresto cardiaco. In questi casi, l’unica speranza è un intervento immediato di rianimazione cardiopolmonare, con compressioni toraciche e respirazione artificiale. Sabrina, con grande prontezza, ha capito la gravità della situazione.
“Chiedo ad alta voce di chiamare i soccorsi”, prosegue Sabrina, “intanto inizio il massaggio cardiaco. I soccorsi non arrivano, non so neanche se li hanno allertati. Il signore, nel frattempo, riprende ad avere dei piccoli movimenti spontanei e vista la vicinanza al nosocomio carichiamo l’uomo in un’auto fermata poco prima e ci rechiamo al pronto soccorso del Vecchio Pellegrini. Resto fuori per un pò in attesa di notizie, ma mi dicono che è in codice rosso.”
Un’attesa angosciante
In quegli attimi, Sabrina ha ripercorso mentalmente l’intera scena, rivivendo ogni istante di quel dramma che si stava svolgendo sotto i suoi occhi. Un film che poteva avere un finale tragico. “Ritorno dopo circa un ora”, racconta l’infermiera. “Ho paura di ricevere una notizia infausta. E invece mi riferiscono che l’uomo ce l’ha fatta. E’ stabile. Il peggio è passato.”
Un’attesa angosciante, un’incertezza che si è trasformata in sollievo. Sabrina ha dimostrato un coraggio e una professionalità straordinari, mettendo a frutto le sue conoscenze e le sue competenze in un momento di emergenza. La sua storia è un esempio di come l’istinto e la preparazione possano fare la differenza tra la vita e la morte.
Un gesto di eroismo
Sabrina Pepe è un esempio di come l’eroismo non si limiti a grandi imprese, ma possa nascere da un gesto semplice, fatto con coraggio e determinazione. La sua storia ci ricorda l’importanza di essere preparati a fronteggiare situazioni di emergenza e di non sottovalutare il potere di un intervento tempestivo.
Il suo gesto è un messaggio di speranza per tutti noi, un monito a non perdere mai la fiducia nella bontà umana e nella capacità di ciascuno di noi di fare la differenza.
L’importanza della formazione
La storia di Sabrina Pepe ci ricorda l’importanza della formazione in materia di primo soccorso. Saper riconoscere un arresto cardiaco e saper intervenire con un massaggio cardiaco esterno può fare la differenza tra la vita e la morte. Incoraggio tutti a seguire un corso di primo soccorso per essere preparati a fronteggiare situazioni di emergenza.