Una lettera congiunta per ridefinire la rappresentatività
Sei importanti associazioni datoriali italiane, Abi, Ania, Confcommercio, Confcooperative, Confindustria e Legacoop, hanno inviato una lettera congiunta alle Commissioni Ambiente e Lavoro di Camera e Senato. L’obiettivo è quello di proporre quattro criteri condivisi da applicare al decreto legislativo correttivo del “Codice degli appalti pubblici”, con l’intento di individuare in maniera adeguata ed oggettiva le associazioni datoriali più rappresentative.
La lettera, che è stata resa pubblica con una nota congiunta, sottolinea la necessità di definire criteri oggettivi per la valutazione della rappresentatività delle associazioni datoriali, al fine di garantire un processo di selezione trasparente e affidabile.
I criteri proposti per la valutazione della rappresentatività
Le associazioni firmatarie suggeriscono di tenere in considerazione quattro aspetti fondamentali:
* **Seniority**: La “seniority” dell’associazione, sia in termini di presenza storica nel panorama delle relazioni industriali che in tema di contrattazione collettiva riconosciuta anche dalle istituzioni.
* **Numero dei rapporti di lavoro regolati**: Il numero dei rapporti di lavoro regolati, nell’ambito di ciascun settore produttivo o per forma di impresa, da un determinato Ccnl di categoria. Questo dato è considerato particolarmente importante ai fini della rappresentatività.
* **Partecipazione ad organismi internazionali**: L’appartenenza/partecipazione dell’associazione ad organismi di rappresentanza europea e/o internazionali.
* **Sistema di welfare contrattuale**: La presenza congiunta, negli accordi/contratti sottoscritti dalle associazioni datoriali, di forme di previdenza complementare, di assistenza sanitaria integrativa e di fondi di formazione professionale che danno luogo ad uno strutturato sistema di welfare contrattuale, con una rete di protezione del lavoratore che va oltre il mero aspetto retributivo.
L’obiettivo: una contrattazione collettiva di qualità
Le proposte di intervento al decreto correttivo mirano a “individuare la contrattazione collettiva di qualità, che può essere assunta come riferimento negli specifici contesti produttivi in quanto disciplina, per forma di impresa – oltre al tradizionale aspetto retributivo – anche un più completo ambito di tematiche come la tutela della salute, la formazione e la previdenza”.
In sostanza, le associazioni firmatarie auspicano una ridefinizione del concetto di rappresentatività che tenga conto non solo del numero di lavoratori rappresentati, ma anche della qualità della contrattazione collettiva, che dovrebbe includere un’ampia gamma di temi che vanno oltre la semplice retribuzione.
Verso una contrattazione collettiva più completa
La proposta delle associazioni datoriali rappresenta un passo importante verso una ridefinizione del concetto di rappresentatività nel mondo del lavoro. L’obiettivo è quello di creare un sistema che premi la qualità della contrattazione collettiva, non solo in termini di salario, ma anche in termini di tutela della salute, formazione e previdenza. Questo approccio potrebbe contribuire a creare un ambiente lavorativo più sicuro e stabile, con maggiori opportunità di crescita e sviluppo per i lavoratori.