Ribaltata la sentenza di assoluzione
La Corte d’Appello di Milano ha ribaltato la sentenza di primo grado, condannando l’ex ad della Doom srl a 8 mesi di reclusione con pena sospesa. L’accusa, che in primo grado aveva chiesto l’assoluzione, riguardava una presunta truffa da 100mila euro. La vicenda ruota attorno alla sponsorizzazione di un noto marchio di zainetti, con l’ex ad accusato di aver fatto credere alla Doom di aver raggiunto un accordo economico di 250mila euro, quando in realtà la cifra pattuita era di 350mila euro. La differenza di 100mila euro, secondo l’accusa, sarebbe stata versata a una società per la quale l’ex ad avrebbe dovuto lavorare. La difesa ha espresso sorpresa per la decisione della Corte, sottolineando che il pm aveva chiesto l’assoluzione sia in primo grado che in appello, e che il pg aveva chiesto la conferma della sentenza di assoluzione. Nonostante ciò, la Corte ha deciso di ribaltare la sentenza e condannare l’ex ad. La difesa ha annunciato ricorso in Cassazione.
Il punto di vista del giudice di primo grado
Il giudice di primo grado, Paolo Guidi, aveva assolto l’imputato, ritenendo che non fosse possibile desumere alcuna finalità ingannatoria dalla sua condotta e che la società non fosse stata raggirata, poiché nulla le era stato celato.
In attesa delle motivazioni
Le motivazioni della sentenza di secondo grado sono ancora in attesa. La difesa ha espresso l’intenzione di leggerle attentamente per comprendere meglio le ragioni alla base della decisione della Corte.
Considerazioni personali
La vicenda giudiziaria che coinvolge l’ex ad della Doom srl, società di Fedez, solleva interrogativi sulla trasparenza e la gestione finanziaria delle aziende di personaggi pubblici. La decisione della Corte d’Appello, in contrasto con le richieste del pm e del pg, rivela la complessità del caso e la difficoltà di discernere tra una condotta fraudolenta e un errore di valutazione. È importante attendere le motivazioni della sentenza per avere un quadro completo della vicenda e comprendere meglio le ragioni alla base della condanna.