Mezzo milione in piazza contro la manovra del governo
Lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil ha visto la partecipazione di mezzo milione di persone in piazza in tutta Italia, secondo le stime dei sindacati. Le manifestazioni sono state organizzate da nord a sud, con la partecipazione di esponenti dell’opposizione e di sindacati di base. A Bologna, Maurizio Landini ha guidato la manifestazione, mentre a Napoli c’era Pierpaolo Bombardieri. A Roma, la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha partecipato al corteo, intonando “Bella ciao”.
Le proteste si sono concentrate contro la manovra del governo Meloni, con particolare attenzione al taglio del cuneo fiscale, ritenuto insufficiente dai sindacati. “Noi vogliamo rivoltare come un guanto questo Paese”, ha dichiarato Landini, spiegando che la rivolta sociale significa “non voltarsi dall’altra parte di fronte alle ingiustizie, ma mettersi insieme” per cambiare la situazione. “Agli insulti di Salvini, rispondiamo con queste piazze piene, democratiche, che chiedono cambiamenti”, ha assicurato Bombardieri.
Il governo, dal canto suo, ha rivendicato il lavoro fatto, a partire dalla legge di Bilancio e dal sostegno ai lavoratori. “Non piace a Landini, ma piacerà ad almeno 15 milioni di dipendenti”, ha ribattuto Salvini, riferendosi al taglio del cuneo fiscale che da gennaio viene esteso ai redditi fino a 40mila euro.
Scontri a Torino, tensioni e polemiche
A Torino, si sono verificati scontri tra forze dell’ordine e antagonisti durante il corteo dello “spezzone sociale”. I manifestanti hanno lanciato uova e fumogeni, bruciando anche una sagoma di stracci raffigurante il volto del ministro Salvini e tre maxi foto, tra cui quella della premier Giorgia Meloni. Salvini ha definito i manifestanti “dementi”.
Landini e Bombardieri hanno difeso il diritto di sciopero, messo in discussione dal governo con la precettazione e dal ddl sicurezza che prevede fino a due anni di carcere per i blocchi stradali in occasione di manifestazioni. “C’è una svolta autoritaria”, ha attaccato il leader della Cgil. Il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha definito le parole di Landini “irresponsabili”, accusandole di alimentare lo scontro.
Lo sciopero generale non è stato condiviso dalla Cisl. I disagi per i trasporti sono stati limitati, con lo stop ridotto a 4 ore per bus e metro in alcune fermate. Sono stati cancellati 109 voli da Ita. C’è stata la consueta battaglia sui dati di adesione, con Cgil e Uil che parlano di una media del 70% e di punte del 100% in alcune aziende e servizi. Secondo i sindacati che non hanno incrociato le braccia, le percentuali sono molto più basse.
Politici e sindacati di base
Oltre a Landini e Bombardieri, in piazza a Bologna c’era anche il neo presidente della regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, senza però indossare la fascia tricolore. C’erano anche Avs con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che hanno sostenuto l’obiettivo di “capovolgere le priorità del governo” e hanno criticato la manovra come “iniqua” con “elemosine” sulle pensioni minime. Giuseppe Conte, leader del M5s, ha definito la manovra “nel segno dei tagli” che vede “tutti scontenti, tranne industrie delle armi e banche”.
Lo sciopero generale ha visto anche la partecipazione di sindacati di base come Cub, Sgb e Cobas. Alle poste, l’adesione allo sciopero non ha superato il 4%, secondo Slp Cisl, Confsal Com, Failp-Cisal, Ugl Com, che hanno definito lo sciopero “una farsa”. Nella scuola, l’adesione è stata del 5%.
Il diritto di sciopero e il dibattito politico
Lo sciopero generale ha riacceso il dibattito sul diritto di sciopero e sulle politiche del governo. La Cgil e la Uil hanno denunciato una “svolta autoritaria”, mentre il governo ha ribadito il sostegno ai lavoratori e ha criticato le parole dei sindacati. La partecipazione di esponenti politici di diversi schieramenti ha evidenziato la centralità del tema del lavoro nel dibattito politico italiano.