L’archiviazione del processo
Il GUP Alberto Ziroldi ha archiviato il processo per la gara d’appalto del 2019 per i servizi integrati all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. La gara, del valore di 123 milioni di euro, era stata annullata dal Consiglio di Stato per un conflitto di interessi legato al rapporto di parentela tra il direttore della struttura che aveva messo a punto il bando e il presidente della coop vincitrice, suo cognato.
Dei sette imputati, per due il GUP ha dichiarato l’improcedibilità, quattro sono stati assolti nel rito abbreviato e una è stata prosciolta in udienza preliminare.
L’indagine era nata da un esposto di Rekeep, finita terza nella gara, e si basava sull’accusa di turbativa d’asta per aver omesso o taciuto l’esistenza della causa di incompatibilità.
L’accusa, sostenuta dal PM Augusto Borghini, non è stata ritenuta valida dal GUP.
Gli imputati e le loro posizioni
Tra gli imputati figuravano Marco Storchi, all’epoca direttore della struttura di servizi di supporto alla persona dell’azienda ospedaliera universitaria Sant’Orsola Malpighi, e il cognato Roberto Olivi, in qualità di presidente del Cda di Coopservice e Servizi Italia, il raggruppamento di imprese che si aggiudicò la gara.
Per Storchi e Olivi, difesi dagli avvocati Roberto Sutich e Gino Bottiglioni, il GUP ha deciso l’improcedibilità dal momento che, inizialmente archiviati per l’accusa di abuso di ufficio, a loro carico furono riavviate indagini senza istanza formale di riapertura.
Sono stati assolti i commissari Diego Lauritano, Nazzareno Manoni e Luisa Capasso, ex responsabile servizio anticorruzione del Sant’Orsola, tutti e tre assistiti dall’avvocato Gianluca Malavasi. Anche Davide Fornaciari, chiamato a rispondere nella qualità di direttore amministrativo Aosp, è stato assolto, assistito dall’avvocato Roberto Mariani.
Rosanna Campa, responsabile unico del procedimento per l’Asl e difesa dall’avvocato Giulia Tigani, ha scelto il rito ordinario ed è stata prosciolta.
Un’archiviazione che solleva interrogativi
L’archiviazione del processo solleva alcuni interrogativi. L’accusa di turbativa d’asta, pur non essendo stata ritenuta valida dal GUP, poneva in luce un possibile conflitto di interessi che avrebbe potuto compromettere la trasparenza della gara.
La vicenda evidenzia l’importanza di un’attenta valutazione dei conflitti di interessi in ambito pubblico, soprattutto quando si tratta di gare d’appalto per servizi essenziali come quelli sanitari.
È fondamentale che le procedure di gara siano trasparenti e imparziali, per garantire la correttezza e l’efficienza dell’azione amministrativa.