L’allarme dell’Italia: una “tempesta perfetta” per l’industria automobilistica
L’Italia ha lanciato un grido d’allarme a Bruxelles, chiedendo un intervento urgente da parte dell’Unione Europea per salvare il futuro dell’industria automobilistica nazionale. Il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, ha definito la situazione come una “tempesta perfetta”, sottolineando la necessità di “risorse comuni” e di una “strategia industriale” per scongiurare multe milionarie ai costruttori già dal prossimo anno.
La preoccupazione principale riguarda le nuove norme sulle emissioni CO2 per le auto, che prevedono limiti sempre più stringenti e sanzioni pesanti per i produttori che non rispetteranno i target. In particolare, dal 2025 entreranno in vigore i primi limiti più rigidi, con multe che potrebbero raggiungere cifre considerevoli per ogni grammo di CO2 emesso in eccesso.
L’Italia, insieme a Repubblica ceca, Austria, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Polonia, ha presentato un documento al Consiglio Ue Competitività, evidenziando le difficoltà che le case automobilistiche italiane stanno affrontando. Il ministro Urso ha denunciato che il sistema di penalità rischia di “far crollare ogni loro possibilità di investimento”, spingendo le industrie a rinunciare agli investimenti nell’elettrico e alla realizzazione di gigafactory in Europa.
La risposta di von der Leyen: un dialogo strategico sul futuro dell’automotive
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha risposto all’appello dell’Italia, promettendo l’avvio di un Dialogo strategico sul futuro dell’automotive. Von der Leyen ha assicurato che sarà lei a supervisionare questo dialogo, che riunirà tutte le parti interessate per trovare soluzioni comuni.
La presidente della Commissione ha sottolineato la necessità di una transizione “profonda e dirompente” verso l’elettrico, ma ha anche riconosciuto la necessità di un approccio graduale e di un supporto concreto alle industrie. La von der Leyen ha promesso di progettare insieme agli stakeholder le soluzioni per una transizione sostenibile, ispirandosi al modello di dialogo già avviato nel settore agricolo.
Un futuro incerto: la “carbon tax” e le sfide per le industrie energivore
Le norme sulle emissioni CO2 per le auto sono solo la punta dell’iceberg. Dal 2026 entrerà in vigore il meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere, noto come “carbon tax”, che potrebbe avere un impatto significativo su diversi settori industriali, in particolare quelli considerati “energivori” come la siderurgia e la chimica.
L’Italia, insieme ad altri Paesi come Francia e Polonia, sta lavorando a un nuovo documento per rivedere alcuni parametri della “carbon tax”, che rischia di penalizzare le industrie europee rispetto ai competitor extraeuropei. Il governo italiano ha già anticipato che la battaglia per la salvaguardia dell’industria automobilistica si estenderà anche ad altri settori industriali.
Una sfida complessa per l’Europa
La transizione verso un’economia a basse emissioni è una sfida complessa che richiede un approccio strategico e un’azione coordinata da parte dell’Unione Europea. È fondamentale garantire una transizione giusta e sostenibile, che non penalizzi le industrie europee e che supporti l’innovazione e la creazione di nuovi posti di lavoro. Il dialogo avviato da von der Leyen rappresenta un passo importante in questa direzione, ma è necessario un impegno concreto da parte di tutti gli Stati membri per trovare soluzioni efficaci e condivise.