Lacrima: un viaggio nel cuore della violenza nascosta
“Lacrima”, la nuova opera della drammaturga vietnamita Caroline Guiela Nguyen, si apre al pubblico del Piccolo Teatro Strehler di Milano, dopo un’anteprima alle Festwochen di Berlino e al festival di Avignone. Questo è il terzo lavoro di Nguyen presentato al Piccolo, dopo “Fraternité” e “Saigon”, e si propone di esplorare la violenza silenziosa che si annida nei segreti e nelle ombre della società.
L’autrice, ispirata dalle storie raccolte nei centri di aiuto, ha scelto di raccontare la violenza attraverso un filo conduttore inaspettato: un abito da sposa. “Ho voluto scrivere del segreto della violenza. La violenza è spesso praticata nel segreto e permessa perché si tiene segreto qualcosa”, ha spiegato Nguyen in conferenza stampa con il direttore del Piccolo Claudio Longhi.
L’abito da sposa diventa metafora di un mondo nascosto, un simbolo di segreti e di violenze silenziose. La storia si sviluppa attraverso le esperienze di diverse persone coinvolte nella creazione dell’abito: le sarte dell’atelier di Parigi, le realizzatrici dei merletti di Alençon e i ricamatori indiani musulmani che lavorano a Mumbai. Il palcoscenico si anima con un intreccio di lingue, francese, inglese e tamil, che riflette la diversità delle storie e delle esperienze di questi individui.
L’invisibilità del lavoro e la potenza di chi crea bellezza
“Lacrima” non si limita a raccontare la violenza, ma si addentra anche nel mondo del lavoro invisibile, di quelle persone che contribuiscono alla creazione di oggetti di bellezza senza essere mai visti. “È uno spettacolo che parla di dominazione e sfruttamento ma è importante per me che si colga anche la potenza di queste persone. È gente che ha l’oro nelle mani e partecipa alla bellezza del mondo”, ha sottolineato Nguyen.
Lo spettacolo ci invita a riflettere sul valore del lavoro di chi si trova nell’ombra, di chi crea bellezza e valore senza ricevere il giusto riconoscimento. Attraverso le storie di queste persone, “Lacrima” ci ricorda che la violenza non è solo fisica, ma può assumere diverse forme, come la dominazione, lo sfruttamento e l’invisibilità.
Le lacrime di un’epoca
Le storie di “Lacrima” sono intrise di lacrime, le lacrime di ciascuno dei personaggi che si confrontano con la violenza e con le difficoltà del loro lavoro. Ma le lacrime di “Lacrima” sono anche le lacrime di un’epoca, un’epoca segnata da conflitti, da disuguaglianze e da un sistema che spesso nasconde la violenza e lo sfruttamento.
Lo spettacolo ci invita a guardare oltre la superficie, a scoprire le storie nascoste dietro gli oggetti di lusso e le celebrazioni di bellezza. “Lacrima” ci ricorda che la violenza può essere silenziosa, nascosta dietro un sorriso o un abito da sposa, ma che è importante riconoscerla e combatterla in tutte le sue forme.
Riflessioni su un mondo invisibile
“Lacrima” ci offre un’occasione preziosa per riflettere sulla violenza che si nasconde dietro le quinte della società. Lo spettacolo ci invita a guardare oltre le apparenze, a riconoscere la dignità di chi lavora nell’ombra e a combattere la violenza in tutte le sue forme. La scelta di un abito da sposa come simbolo di segreti e di violenze silenziose è geniale, perché ci ricorda che la bellezza può nascondere brutture e che la violenza può essere presente anche nei luoghi più inaspettati.