L’offensiva dei jihadisti ad Aleppo
I jihadisti siriani e i loro alleati, sostenuti dalla Turchia, hanno raggiunto la periferia della città settentrionale di Aleppo dopo aver messo a segno due attacchi con autobomba. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, Hayat Tahrir al-Sham (Hts) e le fazioni alleate sono riuscite a entrare nella periferia dei quartieri di Al-Hamdaniya e Nuova Aleppo.
L’offensiva, che ha visto l’utilizzo di autobombe e attacchi con armi pesanti, sembra essere stata lanciata con l’obiettivo di conquistare la città di Aleppo, strategicamente importante per il controllo del nord della Siria. La città è stata teatro di pesanti combattimenti durante la guerra civile siriana, e la sua conquista avrebbe un impatto significativo sul conflitto.
La risposta dell’esercito siriano
L’esercito siriano ha dichiarato di stare respingendo l’offensiva dei jihadisti. In una dichiarazione, l’esercito ha affermato che le sue forze “continuano a respingere la grande offensiva” e che hanno “ripreso il controllo di alcune posizioni”.
La dichiarazione dell’esercito non specifica quali posizioni siano state riprese, ma sottolinea la determinazione delle forze governative a resistere all’offensiva dei jihadisti. L’esercito siriano, con il supporto della Russia e dell’Iran, ha registrato negli ultimi anni importanti vittorie contro i gruppi ribelli e jihadisti, riconquistando gran parte del territorio perduto durante la guerra civile.
Il contesto della guerra in Siria
La situazione ad Aleppo è solo un tassello del complesso mosaico della guerra in Siria, un conflitto che dura ormai da oltre un decennio e che ha visto il coinvolgimento di attori internazionali con interessi divergenti. L’offensiva dei jihadisti e la risposta dell’esercito siriano evidenziano la fragilità della situazione e la persistenza del conflitto. La guerra in Siria ha avuto un impatto devastante sul paese, con milioni di sfollati, un’economia distrutta e una popolazione stremata dalla violenza. La soluzione al conflitto rimane un obiettivo lontano, con la comunità internazionale divisa su come affrontare la crisi.