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Fitto lascia il governo, Meloni cerca il sostituto
Il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto si appresta a lasciare il governo per assumere il ruolo di vicepresidente esecutivo della Commissione europea. La sua partenza, già annunciata da tempo, ha lasciato un vuoto nel governo Meloni, che ora si trova a dover trovare un sostituto per un ruolo chiave all’interno della sua squadra.
La premier ha salutato pubblicamente Fitto, definendolo un componente “fidato” della sua squadra e sottolineando la difficoltà nel doverlo “cedere” a Bruxelles. Il nodo della sostituzione si presenta complesso, con diverse opzioni sul tavolo.
La prima ipotesi, quella di mantenere l’interim e prendere più tempo per la scelta del nuovo ministro, sembra aver perso quota. La soluzione che sta prendendo piede è quella di affidare l’intero dicastero a un nuovo ministro, senza spacchettare le deleghe. Quest’ultima ipotesi, però, non è ancora definitiva e potrebbe essere superata da quella di mantenere il portafoglio integro.
Le tensioni nella maggioranza
La partenza di Fitto si inserisce in un contesto di tensioni all’interno della maggioranza. La Lega continua a insistere sulla Rai, con la proposta di aumentare i tetti pubblicitari per la tv pubblica. Forza Italia, invece, si è detta soddisfatta per lo stop alle norme sulla cybersicurezza nel decreto giustizia, che ha visto anche la rimozione del cosiddetto ‘bavaglio’ ai magistrati.
Il decreto giustizia è stato approvato in Consiglio dei ministri, con l’inserimento di un potenziamento del braccialetto elettronico e dei relativi controlli. La riunione è stata l’ultima per Fitto, che è stato salutato dai colleghi con un applauso. Non era presente Matteo Salvini, impegnato a Milano per un problema di “salute in famiglia” come confermato dallo stesso vicepremier.
I nomi in lizza per la sostituzione
Per la sostituzione di Fitto, si stanno valutando diversi nomi. Tra le ipotesi più accreditate ci sono Ermenegilda Siniscalchi, attuale capo di gabinetto di Fitto, e Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza. Entrambi hanno una forte esperienza nel settore e sono stati coinvolti nelle attività del Pnrr.
Per gli Affari europei, invece, si pensa a un profilo più “politico”. Elisabetta Belloni, secondo fonti meloniane, non sarebbe in lizza per il ruolo, essendo “impegnata con altri importanti incarichi”. Anche l’ipotesi di un veto di Antonio Tajani su Belloni è stata smentita dalle stesse fonti.
Altri nomi che sono circolati in queste settimane sono quelli di Edmondo Cirielli, viceministro, e Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della commissione Esteri del Senato. Tuttavia, anche questi due nomi non sarebbero in pista.
Il futuro del Pnrr
La premier Meloni ha assicurato che la coesione e il Pnrr rimarranno al centro delle sue priorità. La macchina del Pnrr è stata definita “oliata” e si ritiene che anche un tecnico potrebbe essere in grado di portarla avanti. La premier ha discusso delle varie opzioni per la sostituzione di Fitto anche con il presidente Mattarella.
La scelta del nuovo ministro per gli Affari europei è un momento delicato per il governo Meloni. La premier dovrà trovare un equilibrio tra le diverse esigenze della maggioranza e le sue priorità politiche. La scelta del nuovo ministro avrà un impatto importante sul futuro del Pnrr e sulla politica europea dell’Italia.
Un momento cruciale per il governo Meloni
La scelta del sostituto di Fitto si presenta come un momento cruciale per il governo Meloni. La premier dovrà dimostrare di saper gestire le tensioni interne alla maggioranza e di saper trovare una figura che sia in grado di portare avanti il Pnrr con efficacia. La scelta del nuovo ministro avrà un impatto importante sul futuro del governo e sulla politica europea dell’Italia.