
Assoluzione per Crocetta: “Giustizia è fatta, ma le ferite restano”
L’ex presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta è stato assolto dall’accusa di corruzione dal Tribunale di Palermo. La sentenza, che ha visto il pm chiedere la condanna a sette anni, è stata accolta con sollievo da Crocetta, che ha parlato di “martirio” subito e di “vittoria” per chi ha creduto in lui. “Giustizia è fatta e io voglio ringraziare i giudici di Palermo per una sentenza che mi risarcisce, in parte del martirio subito”, ha dichiarato Crocetta, aggiungendo che “sarebbero bastati questi due soli elementi per prosciogliere in fase di istruttoria: non si prende una tangente con un bonifico e non si tagliano 80 milioni ad un imprenditore chi si vuole favorire.”
Crocetta: “Non ho accettato il patteggiamento, preferisco l’ergastolo piuttosto che ammettere un reato non commesso”
Crocetta ha sottolineato di non aver mai gridato al complotto politico, ma di essersi difeso nel processo, rappresentato dall’avvocato Vincenzo Lo Re. Ha inoltre rivelato di aver rifiutato un patteggiamento che avrebbe ridotto la pena da sette anni a un anno e mezzo: “Preferisco l’ergastolo piuttosto che ammettere un reato non commesso”, ha affermato. Crocetta ha espresso la sua fiducia nella giustizia, dichiarando: “Mi sono messo da parte in silenzio, fiducioso che ‘anche a Berlino esista un giudice’ e che la giustizia alla fine arriva alla verità.”
Crocetta: “Questa sentenza è una vittoria per chi ha creduto in me e nel mio progetto di cambiare la Sicilia”
L’ex governatore ha definito la sentenza una vittoria per coloro che hanno creduto in lui e nel suo progetto di cambiare la Sicilia. Ha ringraziato i magistrati, l’avvocato Lo Re, chi gli ha espresso solidarietà e coloro che non hanno creduto all’accusa. Crocetta ha anche chiarito che il bando non c’entra nulla con l’accusa, ma che si trattava di un’errata interpretazione di un incontro casuale con un sindaco che chiedeva l’incremento del servizio di traghettamento, alla presenza dell’imprenditore. “In pratica sette anni di martirio per un fatto inesistente”, ha concluso Crocetta.
Un caso che solleva interrogativi
La vicenda di Rosario Crocetta solleva interrogativi sulla giustizia e sull’impatto mediatico dei processi. La sua assoluzione, dopo sette anni di accuse, dimostra come la giustizia possa essere lenta e complessa, e come l’opinione pubblica possa essere influenzata da informazioni non sempre accurate. È importante ricordare che la presunzione di innocenza è un principio fondamentale del diritto e che le accuse devono essere provate oltre ogni ragionevole dubbio. La vicenda di Crocetta ci ricorda anche l’importanza di non dare per scontata la veridicità delle informazioni che leggiamo e sentiamo, e di attendere i verdetti della giustizia prima di esprimere giudizi definitivi.