Il dibattito sulle baby gang
Il fenomeno delle baby gang, con gruppi di giovani coinvolti in atti di violenza e criminalità, ha suscitato un acceso dibattito in Italia. Il vicepremier Matteo Salvini ha definito le baby gang un'”emergenza nazionale”, sollevando un’ondata di preoccupazione e di richieste di interventi immediati.
La critica di Mons. Perego
Mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, ha espresso un punto di vista diverso, criticando l’enfasi di Salvini sulle baby gang. Secondo Perego, la vera emergenza non è tanto la criminalità giovanile, ma il problema educativo e l’abbandono scolastico, che in Italia sono molto più alti rispetto alla media europea. Perego ha sottolineato come il problema non riguardi solo i giovani stranieri, ma anche gli italiani, e che la vera emergenza è la mancanza di un sistema di integrazione efficace.
L’appello per un cambio di rotta
Perego ha inoltre criticato il sistema poliziesco che si occupa della questione migranti, definendolo un’emergenza. Ha sottolineato l’importanza di cambiare la narrazione e di avviare processi di integrazione che diano spazio alla cittadinanza, perché se una persona si sente estranea, è più probabile che si allontani dalla società e si avvicini a comportamenti devianti.
L’importanza di un approccio multidisciplinare
La questione delle baby gang è complessa e richiede un approccio multidisciplinare. È fondamentale investire nell’educazione, nella prevenzione e nell’integrazione sociale per contrastare il fenomeno. La criminalità giovanile non è solo un problema di sicurezza, ma anche un problema sociale che richiede una risposta a livello comunitario.