Un omicidio nella sonnacchiosa Gorizia
Nella quieta Gorizia, che si prepara a diventare Capitale Europea della Cultura, un omicidio sconvolge la tranquillità della città. La vittima è Siegfried Walden, uno scrittore tedesco naturalizzato goriziano, e la sua morte è avvolta nel mistero. L’omicidio si consuma durante la presentazione del suo ultimo libro, con migliaia di prenotazioni già in cassa, e le modalità sono singolari: un choc anafilattico dovuto all’ingestione di cumino, un alimento comune ma letale per lo scrittore.
Vincenzo Salvati: un commissario cieco con un fiuto acuto
Ad indagare sulla morte di Walden è Vincenzo Salvati, un commissario in pensione e ex celerino, cieco che percepisce il mondo attraverso le descrizioni del suo fidato ex vice Branko Jankovic. Salvati era amico dello scrittore ed era presente alla presentazione del libro, diventando così un testimone chiave. Nonostante la sua disabilità, Salvati possiede un fiuto da vero sbirro, un intuito animalesco che lo aiuterà a districarsi nel labirintico caso.
Un intreccio di sospetti e colpi di scena
Il romanzo si dipana in un intreccio di sospetti e colpi di scena. Tra i possibili colpevoli spiccano Diego Persi, un aspirante scrittore che aveva perso Monica, la giovane goriziana che aveva rubato Walden, e Giorgio Mantelli, l’editore locale che aveva subito un duro colpo da Walden, il quale gli aveva annunciato di voler cambiare editore per il suo prossimo libro. Anche Greta, l’ex moglie di Walden, potrebbe avere un movente: lasciata dal marito, si è legata a Maurizio, un uomo molto più giovane, e la gelosia potrebbe averla spinta a vendicarsi.
Un giallo che si svolge in un contesto di lacerazioni familiari
La vicenda si svolge in un contesto di lacerazioni familiari, che mettono a dura prova il commissario Salvati. Le relazioni complicate tra i personaggi e i loro segreti contribuiscono a rendere il caso ancora più intricato. Pichierri, con la sua scrittura diretta e coinvolgente, ci immerge nell’atmosfera cupa e nevosa di Gorizia invernale, dove Salvati deve affilare il suo fiuto per risolvere il mistero che si cela dietro la morte di Walden.
Un romanzo che celebra il fiuto da sbirro e la forza dell’intuizione
“La chiave di via Rastello” è un romanzo che celebra il fiuto da sbirro e la forza dell’intuizione. Pichierri descrive Salvati come un uomo che non ha il garbo di Maigret né la cultura di Montalbano, ma che possiede un intuito animalesco, affinato dalla sua cecità. Il romanzo è un’avvincente lettura che ci tiene col fiato sospeso fino all’ultima pagina, con un finale che non mancherà di sorprendere il lettore.
Un giallo con un tocco di realismo
“La chiave di via Rastello” è un giallo che si distingue per il suo realismo. Pichierri, con la sua conoscenza del territorio e dei suoi abitanti, crea un’atmosfera autentica e coinvolgente. La scelta di un commissario cieco come protagonista aggiunge un elemento di originalità e complessità alla vicenda, dimostrando la capacità dell’autore di esplorare la diversità e la forza dell’intuizione.