L’appello del cardinale Zuppi per la manutenzione della pace
Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), ha espresso una profonda preoccupazione per la mancanza di attenzione alla manutenzione della pace negli ultimi anni. Durante un incontro al Collegio Borromeo di Pavia sul tema ‘Fantasia creativa: superare muri e steccati’, Zuppi ha affermato che la mancata cura della pace ha reso oggi più difficile intervenire in situazioni di emergenza.
“Il nostro errore, negli scorsi anni, è non aver curato la manutenzione della pace. Il risultato è che oggi intervenire in una situazione di emergenza, è più difficile”, ha sottolineato il cardinale, evidenziando la necessità di un impegno costante per preservare la pace.
Un invito a non cedere alla rassegnazione
Zuppi ha anche invitato a non cedere alla rassegnazione di fronte alle difficoltà, sottolineando l’importanza dell’amore e dell’umiltà come antidoti alla rassegnazione. “Non bisogna cadere nella rassegnazione: servono amore e umiltà, che rappresentano l’esatto contrario di chi si rassegna”, ha affermato il cardinale.
“Spesso ci troviamo di fronte a muri e steccati che ci portano a pensare ‘non si può fare niente’. Invece si può sempre fare: guardiamo, ad esempio, l’ostinazione con la quale Papa Francesco cerca la via della pace. Mi auguro di cuore che la Chiesa non si rassegni mai”, ha aggiunto Zuppi, citando l’esempio di Papa Francesco come modello di impegno costante per la pace.
L’importanza di essere ‘artigiani della pace’
Il cardinale ha definito l’essere ‘artigiani della pace’ non come un atto di idealismo, ma come un impegno concreto che richiede occhi aperti per evitare la polarizzazione, lo scontro e l’ignoranza. “Essere ‘artigiani della pace’ non significa imbottirsi gli occhi di idealità; vuol dire, al contrario, che gli occhi vanno aperti per sfuggire a un’idea di polarizzazione, di scontro, di ignoranza”, ha spiegato Zuppi.
“Non dobbiamo mai dare per scontata la pace: impariamo a diventarne attenti manutentori per non tradire chi, dopo la seconda guerra mondiale, ci aveva consegnato un mondo con la speranza di una pace continua”, ha concluso il cardinale, sottolineando l’importanza di preservare il valore della pace e di non tradire la speranza di un futuro pacifico.
La pace come un bene da coltivare
Le parole del cardinale Zuppi ci ricordano che la pace non è un dato di fatto, ma un bene prezioso che richiede una costante cura e attenzione. La sua metafora della manutenzione ci invita a non dare per scontata la pace, ma a impegnarci attivamente per preservarla, contrastando la polarizzazione e la diffusione dell’odio. La sua citazione di Papa Francesco come esempio di impegno costante per la pace è un’ulteriore spinta a non cedere alla rassegnazione e a lavorare per costruire un futuro di pace e di speranza.