Un film che ha conquistato il mondo
Emilia Perez, il film di Jacques Audiard con Zoe Saldana e Karla Sofia Gascon, ha conquistato critica e pubblico in tutto il mondo. Dopo il trionfo a Cannes, dove ha vinto il premio della giuria e il premio per l’interpretazione femminile, il film ha ottenuto nomination agli Efa e la candidatura all’Oscar, per cui è favorito.
La storia, senza svelare troppo, parte dal Messico dove l’avvocatessa Rita (Zoe Saldana) viene arruolata per un curioso lavoro: aiutare un potente boss del cartello messicano della droga a ritirarsi dai suoi affari e sparire per sempre, lasciando figli e moglie (Selena Gomez), avendo in mente un sogno ossia diventare donna (Karla Sofia Gascon).
Da lì una carambola di avvenimenti, un’altalena di situazioni ed emozioni travolgenti. Emilia Perez è diventato così anche un film simbolico, non solo per la comunità trans, ma per sfidare i cliché machisti.
Un film che illumina le marginalità
“Questo film è un’onda travolgente”, dice all’ANSA la spagnola Karla Sofia Gascon, interprete del personaggio trans. “Ha unito tante persone, innanzitutto quelle che sono marginalizzate, che non vivono con libertà, e le mette allo stesso livello degli altri, il film le porta via dall’oscurità, le illumina.”
Gascon, che ha completato la transizione dopo essere stata un’attrice di telenovelas, sottolinea l’importanza del film come simbolo di lotta contro la discriminazione e l’esclusione:
“Si è formata con Emilia Perez, e in questo è un film simbolico, una specie di esempio di lotta contro il male della società e questo è meraviglioso perché quando tu sei ai margini, per il sesso, il colore della pelle, la povertà, hai desiderio di luce.”
Un film che esplora la complessità dell’identità
Jacques Audiard, regista del film, spiega che l’obiettivo era quello di raccontare una storia complessa, che andasse oltre i cliché e le semplificazioni. “La competizione non mi appartiene, l’impegno per gli Oscar lo assolverò ma quello che mi interessa è che questo film non sia soltanto rumore, ma arrivi più nel profondo”, afferma Audiard.
“Sono partito da un romanzo, Ecoute di Boris Razon, ho sviluppato uno dei suoi personaggi che era un boss del narcotraffico che voleva cambiare sesso e ho accettato la contraddizione che aveva in sé: un mondo ipermachista alle prese con femminilità e dolcezza e la buona idea è stata raccontare una tragedia cantandola.”
Un film che cambia la vita
Emilia Perez ha cambiato la vita anche a Karla Sofia Gascon, che ha trovato nel film un’opportunità di affermazione e di crescita personale:
“Non mi piace essere definita la prima attrice trans a vincere a Cannes, perché trans non è una professione, tuttavia comprendo la portata di tutto questo e se può contribuire all’inclusione nel cinema ben venga, di solito sono ruoli di prostitute.”
Gascon sottolinea l’importanza del messaggio del film e la sua capacità di promuovere l’accettazione e l’amore:
“Quanto al tema, quello sì che è potente e se vedendolo anche una sola famiglia non caccerà di casa il figlio che vuole cambiare sesso ma lo tratterà con amore e affetto, sarà un successo enorme.”
Un film ibrido che celebra la diversità
Emilia Perez è un film che abbraccia diversi generi, dal thriller al western, dal dramma familiare al dramma personale, senza dimenticare la musica. Audiard spiega la sua scelta di creare un film ibrido, che sfidasse le convenzioni del cinema di genere:
“Ho sempre amato i film che sono ibridi. Entri pensando appartenga ad un certo genere poi ti sorprendi perché è tutt’altro. Non voglio paragonarmi a grandi maestri, Stanley Kubrick faceva di queste cose, secondo me questo doveva essere un film ibrido, non doveva essere pulito, nitido, ma qualcosa anche di eccessivo, pieno di tante cose.”
Audiard conclude sottolineando l’importanza dell’emozione e della complessità nel cinema:
“A volte ho tendenza ad autocensurarmi, mi chiedevo sul set ‘non sarà troppo?’, ‘non sarà eccessivo’? Invece volevo fare proprio così, un film come Teorema di Pasolini in cui tutti cambiano, insomma un film emozionante.”
Un film che apre un dibattito importante
Emilia Perez è un film che ha il merito di aprire un dibattito importante sulla diversità e l’inclusione, non solo nel mondo del cinema, ma nella società in generale. Il film affronta temi delicati come la discriminazione, l’accettazione e la lotta per l’autodeterminazione, offrendo una prospettiva sensibile e profonda. La scelta di un cast che rappresenta la diversità e l’inclusione è un segnale importante e positivo, che dimostra come il cinema possa essere uno strumento potente per promuovere il cambiamento sociale.