Un panorama variegato: la piramide dell’industria della Difesa italiana
L’industria della Difesa italiana si presenta come una piramide, con due grandi aziende a controllo statale, Leonardo e Fincantieri, al vertice. Questi due colossi, attivi anche in altri settori, fungono da “prime contractor” nei segmenti più importanti del mercato, in termini di volume d’affari e di contenuti tecnologici.
Al secondo livello si posizionano società di dimensioni più contenute, spesso specializzate in singoli apparati o sottosistemi. Infine, alla base della piramide, si trova una galassia di piccole e medie imprese, vere e proprie eccellenze da tutelare e sviluppare. Questo panorama variegato, come emerge dallo studio di Mediobanca, riflette la complessità e la diversificazione del settore.
Il ruolo strategico delle società a controllo statale
Le società a controllo statale italiano svolgono un ruolo fondamentale nell’industria della Difesa, contribuendo per il 59,3% dei ricavi aggregati. La loro presenza è decisiva per la stabilità e il controllo del settore, garantendo una certa autonomia strategica al Paese.
Tuttavia, la presenza di gruppi stranieri è significativa: 36 delle 100 aziende hanno una proprietà estera, che controlla il 25,1% del fatturato aggregato. Questa presenza internazionale, se da un lato arricchisce il panorama e favorisce la collaborazione, dall’altro pone l’autosufficienza italiana nelle forniture di sicurezza su un piano meno nazionale.
La dual use e il valore aggiunto dell’industria della Difesa
Le 100 maggiori aziende italiane della Difesa (Top100), con un fatturato superiore a 19 milioni di euro e una forza lavoro oltre le 50 unità nel 2023, sono tipicamente “dual use”. Ciò significa che vendono prodotti e servizi sia nel mercato civile che in quello della sicurezza.
Il loro fatturato aggregato, pari a 40,7 miliardi di euro nel 2023, non è interamente attribuibile alla Difesa, ma solo in una sua porzione stimata nel 49% del totale, pari a circa 20 miliardi di euro. Questo dato evidenzia l’importanza del settore, che contribuisce in modo significativo all’economia italiana.
Il valore aggiunto attribuibile all’industria della Difesa è pari a circa lo 0,3% del Pil italiano nel 2023. Nonostante sia una percentuale relativamente piccola, il settore svolge un ruolo strategico per la sicurezza nazionale e per la competitività dell’industria italiana.
Sfide e opportunità per l’industria della Difesa italiana
L’industria della Difesa italiana si trova a dover affrontare sfide importanti, come la crescente competizione internazionale e la necessità di investire in tecnologie innovative. Tuttavia, il settore presenta anche grandi opportunità di crescita, soprattutto in un contesto internazionale caratterizzato da instabilità e conflitti.
La chiave per il successo sarà la capacità di innovare e di sviluppare tecnologie all’avanguardia, ma anche di collaborare con le aziende straniere e di attrarre investimenti. In questo modo, l’industria della Difesa italiana potrà consolidare il suo ruolo strategico e contribuire in modo significativo alla sicurezza e alla prosperità del Paese.