Il decreto legge e le nuove norme disciplinari
Un nuovo decreto legge in materia di giustizia, in discussione in Consiglio dei Ministri lunedì, sta suscitando preoccupazioni tra i magistrati. Il provvedimento, già approvato nel pre Consiglio di ieri, introduce all’articolo 4 una nuova norma sulle disposizioni in materia di illeciti disciplinari dei magistrati.
Secondo la bozza del documento, un illecito disciplinare si configura anche quando c’è “la consapevole inosservanza del dovere di astensione nei casi in cui è espressamente previsto dalla legge l’obbligo di astenersi o quando sussistono gravi ragioni di convenienza”.
L’introduzione del concetto di “gravi ragioni di convenienza” ha suscitato timori che il ministro della giustizia possa avviare azioni disciplinari contro i magistrati che esprimono pubblicamente opinioni su argomenti di cui si occupano o si occuperanno.
In caso di azione disciplinare, la sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) avrebbe il compito di decidere se infliggere una sanzione.
Le parole del Guardasigilli e del vicepresidente del CSM
Il Guardasigilli, in un convegno a Firenze, ha cercato di stemperare le tensioni, ma al contempo ha avvertito che le “bocche dei giudici non sono bocche mute”, e che devono essere “ispirate dal raziocinio, dal buon senso, e dal principio di legalità e tassatività”.
Il vicepresidente del CSM, Fabio Pinelli, ha sottolineato l’urgenza di “rimettere a fuoco e in equilibrio il principio costituzionale della separazione dei poteri”, e ha ricordato che il giudice è soggetto alla “legge”, non solo alla Costituzione.
Coordinamento delle indagini sulla sicurezza nazionale cibernetica
Il decreto legge contiene anche disposizioni sul coordinamento delle indagini in materia di sicurezza nazionale cibernetica.
La bozza prevede il potenziamento dei “poteri di impulso” della Direzione investigativa antimafia (DIA) per le indagini su reati cyber contro strutture strategiche nazionali, che sarebbero quindi affidate alla Procura nazionale antimafia.
Il Viminale manterrebbe la competenza per la prevenzione e il controllo su questo tipo di fenomeni.
Controversie sul ruolo della DIA
L’introduzione di un ruolo potenziato per la DIA ha suscitato critiche da parte di alcune componenti del governo, come Forza Italia, che ha espresso preoccupazione per un possibile aumento dei poteri della Procura nazionale antimafia, in un momento in cui si stanno svolgendo indagini sulla sua attività.
Il capogruppo di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha definito “stupefacente” la richiesta di un aumento di poteri per la DIA, in un momento in cui la Procura deve ancora rendere conto del suo operato negli anni passati.
Arresto obbligatorio in flagranza per reati informatici
Il decreto legge prevede anche l’arresto obbligatorio in flagranza per “accesso abusivo a un sistema informatico o telematico in sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi all’ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico”.
Considerazioni sul decreto legge
Il nuovo decreto legge sulla giustizia solleva importanti questioni relative alla separazione dei poteri e all’autonomia della magistratura. La nuova norma disciplinare, che prevede la possibilità di azioni disciplinari per i magistrati che si esprimono pubblicamente su argomenti di cui si occupano, potrebbe limitare la libertà di espressione e il dibattito pubblico. Il potenziamento dei poteri della DIA in materia di sicurezza nazionale cibernetica, se da un lato potrebbe contribuire a contrastare le minacce informatiche, dall’altro potrebbe sollevare preoccupazioni per un possibile aumento del potere di questo organo investigativo. È importante che il dibattito pubblico su questo decreto legge sia aperto e trasparente, e che si tenga conto delle possibili conseguenze per il sistema giudiziario e per la democrazia italiana.