La Prima Retrospettiva di Norman Raeben
Il Ghetto di Venezia diventa il palcoscenico per la prima retrospettiva dedicata a Norman Raeben, artista ebreo ucraino-americano, maestro di Bob Dylan e figlio di Sholem Aleichem, padre della moderna narrativa yiddish. L’esposizione, che si snoda attraverso quaranta opere, offre un viaggio ideale nei luoghi che hanno ispirato la sua arte: Parigi, New York, Venezia e Provincetown. La mostra ripercorre la sua evoluzione artistica e il suo impatto su numerosi artisti e intellettuali ebrei immigrati di cultura yiddish, con particolare attenzione ai ritratti di figure come Sholem Aleichem, Mary Adler, Pearl Pearson Adler, Luba Harrington, Miriam Kressyn, Bob Haggart, Paul Musikonsky, Bob Dylan, Seymour Osborne e Stella Adler, che con il Group Theater ha rivoluzionato la storia del cinema e del teatro americani del Novecento.
L’ultima tappa del percorso conduce nell’atelier dell’artista, dove dal 1946 si dedicò all’insegnamento all’undicesimo piano della Carnegie Hall. Le teorie artistiche di Raeben prendono vita attraverso materiali e video di lezione, offrendo un’immersione nel suo mondo creativo. Tra i lavori di studio di Raeben e dei suoi allievi, si distingue un quadro attribuito al poliedrico Bob Dylan.
L’eredità Artistica di Raeben
L’itinerario artistico di Raeben, tra America e Parigi, dove incontrò artisti come Chagall, Soutine, Matisse e Bissière, è stato ricostruito grazie alle testimonianze di Bob Dylan. Fabio Fantuzzi, Marie Skłodowska-Curie fellow all’Università Ca’ Foscari Venezia e curatore della mostra, sottolinea come il lavoro e le teorie di Raeben siano caratterizzati dalla volontà di ridefinire la cultura e l’identità yiddish, fondendole in modo laico e artistico con le tradizioni americane ed europee. Questo processo creativo si traduce in una ricerca di “una modernità compatibile”, come definita dallo storico dell’arte Nico Stringa.
La mostra si concentra su due cicli di pastelli di paesaggi urbani, dove la ricerca di un linguaggio universale raggiunge il suo apice. In queste opere, Raeben sintetizza le lezioni del post-impressionismo e della scuola di Parigi con quelle del realismo americano, creando un’atmosfera di erranza contemporanea attraverso figure umane tratteggiate come sagome effimere che si muovono in uno spazio urbano.
Un’Esplorazione Multiforme
Oltre ai pastelli, la mostra presenta oli, nature morte, vedute di Venezia e Provincetown, ritratti e caricature a pastello e a carboncino. Un’ampia sezione è dedicata a materiali inediti: fotografie dello studio dell’artista, immagini digitali ad alta qualità e un documentario – Painting: a Laboratory of Aesthetics, diretto da Bill e Harvey Fertik – che include quattro lezioni performative di Raeben.
Un’Omaggio a un Maestro Nascosto
La retrospettiva di Norman Raeben è un’occasione preziosa per riscoprire un artista e un maestro che ha contribuito in modo significativo alla cultura ebraica e americana. Il suo lavoro, che si distingue per la ricerca di un linguaggio universale e per la sua capacità di fondere diverse tradizioni artistiche, merita di essere celebrato e studiato. La mostra offre un’opportunità unica per immergersi nel suo mondo creativo e per comprendere l’influenza che ha avuto sulla scena artistica del XX secolo.